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I passi falsi in politica costano cari

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RosellaSensi è una manager e una imprenditrice. E molto spesso i manager e gli imprenditori commettono un errore, il solito. Giocare con le istituzioni. Tirare troppo la corda. Sia chiaro, è uno sbaglio che ha fatto e continua a fare persino Silvio Berlusconi che pure in politica è da tre lustri. La presidente della Roma si è presentata dal sindaco di Roma tre giorni fa. Alemanno sperava di poter compiere una mediazione tra la signora Sensi e Unicredit, banca creditrice nei confronti del gruppo. La Sensi invece non ha offerto alcuno spiraglio di trattativa, ha spiegato che andrà avanti come un carro armato contro l'istituto di credito. Ecco, non ha compreso che chiamare in causa il sindaco della Capitale, come ha fatto nei mesi scorsi per una mediazione, non significa che Alemanno debba fare il suo avvocato difensore. Perché questo, appunto, significa giocare con le istituzioni, non rendersi conto che il Palazzo non può schierarsi totalmente con una parte soprattutto se essa è palesemente in difetto. Il primo cittadino ha tutto il diritto a sentirsi indispettito da questo comportamento. Ed è facile immaginare che anche l'uomo dalla pazienza illimitata, Gianni Letta, possa assumere un atteggiamento non consono all'istituzione che rappresenta, che è appunto un'istituzione super partes. E il quadro, più il tempo passa, più tende a peggiorare. Se alla Regione Lazio dovesse vincere Renata Polverini, sappia che la sindacalista - pur essendo blandamente tifosa giallorossa non è amica di Rosella - è donna di rigore. Aiuterà la Roma ma non sarà ai suoi ordini.

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