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La Ferrari tifa per il Gp dell'Eur

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Ferrari mania

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Mancano 118 giorni al Gp del Bahrain, che aprirà la stagione 2010 di Formula Uno. Così recita il countdown che scorre inesorabile sul sito Autosport.com. Quasi un'eternità, in termini sportivi. Ma c'è qualcuno che spera che questi quasi quattro mesi passino più in fretta possibile, perché la voglia di tornare in pista è tanta. Luca Cordero di Montezemolo non ha mai fatto mistero che il 2010 dovrà essere l'anno del riscatto per la Ferrari. Nel 2009 la Rossa ha vissuto una delle stagioni più deludenti da quando il manager bolognese siede sulla poltrona più importante. E adesso il diktat per Domenicali e compagni è solo uno: vincere. «Non abbiamo ancora fissato la data della presentazione - ha detto Montezemolo - ma la nuova monoposto sarà pronta entro gennaio. I tecnici ci stanno lavorando 24 ore al giorno e, per tanti versi, sarà una vettura molto innovativa. Stiamo facendo un ottimo lavoro, sarà una macchina vincente». Il presidente Ferrari tocca tutti gli argomenti che hanno infiammato il circus nelle ultime settimane. Auspica un Gran Premio di Formula Uno a Roma («È la capitale d'Italia, se le autorità decideranno di muoversi la Ferrari non potrà che essere al loro fianco») e continua a tenere la porta aperta per il futuro a Valentino Rossi («abbiamo bisogno di grandi personaggi, e lui sarebbe sicuramente in grado di andare forte»). In tema di piloti, poi, ritiene improbabile un appordo di Schumacher alla Mercedes (che ieri ha ufficializzato Rosberg), e si tiene stretta la coppia per il 2010 Alonso-Massa: «Sapranno lavorare bene insieme perché sanno che in Ferrari conta più la squadra, e chiunque lo ha accettato ha poi ottenuto grandi risultati». C'è poi spazio per un commento sul caso-Briatore, che ha visto la Fia «infliggere una pena troppo pesante al termine di un anno segnato da veleni e situazioni non chiare». Una sponda al manager piemontese proprio alla vigilia di una tappa importante della querelle che lo oppone alla Federazione. Oggi, infatti, il Tribunale delle Grandi Istanze di Parigi esamina il ricorso di Briatore contro la radiazione voluta dal Consiglio federale per il Singapore-gate. Secondo l'ex manager della Renault la sentenza è stata motivata dal desiderio di vendetta personale di Max Mosley ed era stata già decisa a tavolino prima che l'assise federale si riunisse. Briatore chiede la cancellazione della pena e un risarcimento per i danni all'immagine che va da 500 mila a un milione di euro.

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