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Lazio, eppur si muove

Radu e Denis in Napoli Lazio al San Paolo

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NAPOLI - La Lazio è terz'ultima, in zona retrocessione ma non è morta. Anzi, nel giorno in cui, dopo decenni, si ritrova nei posti che varrebbero la serie B, scopre di avere un'anima ed esce con un punto d'oro dalla bolgia del San Paolo. Ballardini si riscatta, vince la sfida con Mazzarri e salva la panchina con uno 0-0 giusto. Meglio la Lazio nel primo tempo con un rigore clamoroso negato a Zarate, meglio i padroni di casa nella ripresa che sono riusciti a sfruttare i soliti problemi atletici dei biancocelesti. Un arrembaggio, quello del Napoli, confuso e senza grandi occasioni, Muslera e la difesa hanno retto e alla fine i giocatori di Ballardini si sono potuti abbracciare in mezzo al campo per aver conquistato un risultato positivo. Certo, la vittoria manca da tre mesi, nelle ultime undici partite sono solo arrivati sei punti tanto da consentire alle altre di riprendere la Lazio che, come detto, occupa uno dei posti che portano all'inferno. Però è giusto confermare la sostanziale tenuta in trasferta dei biancocelesti che hanno conquistato sette punti su dodici lontano dall'Olimpico. Proprio domenica prossima arriva il Bologna, una diretta concorrente nello stadio amico e servirà ritrovare il gol, ormai diventato un problema serio per questo gruppo che pure ha al suo interno giocatori fortissimi nel reparto avanzato. Tant'è, c'è bisogno di tutti per tirarsi fuori dall'incubo in cui è piombata. E sarebbe necessario recuperare qualche altro dissidente, se così lo si vuole chiamare, perché la prova di Stendardo del San Paolo dimostra quanto servirebbero elementi messi fuori con spiegazioni almeno discutibili. Serve Ledesma, serve Firmani, magari anche Pandev per provare a risalire.   Ieri c'è stata una bella prova di carattere ma è necessario scattare in classifica e togliersi dai guai. Ballardini ha schierato Cribari terzino destro, in alcuni momenti si è affidato al 5-3-2 coprendo la difesa e affidandosi alle intuizioni di Zarate e alla forza fisica di Cruz. L'episodio chiave al 30' del primo tempo: Zarate salta due napoletani e scaglia dalla sua mattonella un dardo infuocato verso la porta di De Sanctis. Rinaudo allarga il braccio e Saccani fa finta di nulla con il solo talento argentino a protestare fino al giusto cartellino giallo. Decisione arbitrale discutibilissima che avrebbe potuto indirizzare la sfida del San Paolo su un binario differente. Poi tanta buona volontà della Lazio, ordinata, tenace, caparbia. Di contro poco Napoli, sempre in difficoltà nell'aprire il gioco su Maggio e Zuniga spesso bloccati dagli esterni biancocelesti. Lì Ballardini ha vinto il confronto con Mazzarri perché Kolarov e Brocchi hanno sopraffatto i dirimpettai, togliendo loro spazio e frenendo le rare offensive. Se si esclude l'occasione sciupata da Maggio in avvio (bravo Muslera), la difesa laziale ha corso pochissimi pericoli. Nella ripresa l'assalto del Napoli sospinto dall'urlo incessante dei tifosi di casa, è stato continuo ma ha prodotto davvero poco. Peccato per un paio di contropiedi laziali che in partenza avevano tutto per poter andare a buon fine, ma Cruz era esausto mentre Rocchi, forse più adatto in quelle condizioni di gioco, è rimasto in panchina per scelta tecnica. Adesso l'obiettivo è solo battere il Bologna e riemergere in fretta. Da Napoli torna una squadra rinfrancata nel morale che ha saputo lottare come una provinciale. Un bel segnale ma ora c'è bisogno di una benedetta vittoria.

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