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Le rivali mondiali

Marcello Lippi

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CESENA - L'Italia contro la Svezia cambia di nuovo volto, ma Marcello Lippi non ha paura di smarrire l'identità nè di perdere il filo. Anche perchè a tenerlo ben stretto pensa lui, blindando la nazionale da qualsiasi assalto esterno alla vigilia del secondo dei tre test premondiali. «Parlo solo tre minuti, e di Svezia: il resto, Cassano, Amauri, il mio futuro Juve e tutte queste cavolate, non mi interessano», è stato l'esplicito esordio del ct alla vigilia dell'amichevole.   Le parole di Pazzini («Amauri non ha nulla di italiano, mi darebbe fastidio se mi soffiasse il posto») non sono cadute nel vuoto all'interno dello spogliatoio azzurro: oggi gli juventini d'Italia si sono schierati in difesa del loro compagno di club e hanno di fatto marcato le distanze dalle perplessità di tanti altri nazionali. Immaginare che Lippi ne sia scosso è esercizio difficile, anche se la conferenza lampo al «Manuzzi» di Cesena ha rappresentato un record di velocità. Semmai, a infastidire il commissario tecnico può essere la divagazione socio-antropologica sugli argomenti azzurri, se non altro perchè induce alla tentazione di pensare ad altro. Non che la Svezia, eliminata dal Mondiale e oggi a Cesena priva di Ibrahimovic, sia avversario terribile. Però Lippi cerca ugualmente qualche certezza in più dai suoi giovani. Così tra i Superman, le analisi della fondazione FareFuturo e la difesa di Peter Pan-Cassano contro Capitan Uncino-Lippi fatta dal Secolo d'Italia, il tecnico preferisce chiudere le porte agli avventori. E concentrarsi sugli esperimenti: Maggio terzino, Candreva provato per la seconda volta in due partite e Pazzini centravanti dal primo minuto. «Non ho voluto stravolgere troppo la squadra, perchè mi aspetto risposte importanti», assicura il tecnico a dispetto dei nove azzurri su undici cambiati dalla partita di sabato con l'Olanda. Il test di Pescara, ad avvio di settimana, era considerato il più importante dei due. Ma è finito senza gol e con discrete indicazioni. Così ora la seconda puntata, contro gli svedesi, deve per forza di cose assumere rilievo. «Per me è test molto importante, confido nei ragazzi - il messaggio di Lippi - È anche un'amichevole ricca di gol senza tatticismi». Dato importante per i 22.000 spettatori del Manuzzi. Quanto al ct serve piuttosto veder confermate le impressioni di questi giorni: la brillantezza di un Pazzini che comunque sia, al netto della polemica su Amauri, se la gioca; o i numeri di Candreva, cui si chiede solo un pizzico di personalità in più. Una chance nella corsa ad eliminazione verso il Mondiale l'avrà anche Di Natale, uomo-chiave dell'Italia di Donadoni e tra i titolari il più presente, 3 volte più di Chiellini. «Giorgio è diventato un punto fermo di questa nazionale, stavolta lo propongo con Legrottaglie». Tanto per dare qualche punto di riferimento all'Italia cambiata di nuovo, non certo per aprire il discorso su un eventuale futuro bianconero. «Non ho voglia di parlare delle altre cose, nè del fatto che tornerò dove tornero», è stato alla fine il lapsus del ct accreditato di una nuova vita Juve dopo il Mondiale 2010. Leggere già i nomi di suoi possibili sostituti, da Spalletti a Prandelli passando per Mancini - quello no, non deve avergli fatto piacere se a una battuta sull'uomo ragno dopo superman ha chiosato: «Chi, Zenga? Visto che si parla già dei miei successori...». Stasera si completa il quadro delle 32 finaliste: Lippi conoscerà gli avversari che vogliono strappargli il titolo vinto in Germania nel 2006.  

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