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Lazio, colpiti e umiliati

Pasquale Foggia

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Un Villareal appena decente pronto a giocarsela come in una finale, un arbitro dal cartellino facile e un veterano, Robert Pires, dal brillante passato. Basta questo per affondare con un pesante 4-1 la fragilissima Lazio di questi tempi, una squadra drammaticamente priva di leader (non si è trascinatori solo per anzianità), senza una identità tattica e in preda ad una confusione che inibisce le individualità anzichè esaltarle. Ballardini, che ha smarrito la rotta con l'evidente complicità societaria, stavolta presenta il 4-2-3-1 su cui si era tanto lavorato in ritiro per poi abbandonarlo senza spiegazioni. Radu occupa la fascia sinistra, Perpetuini fa coppia con Baronio mentre i tre dietro a Rocchi sono Foggia, Mauri e il mistero Eliseu. Il match comincia come un fuoco d'artificio con la Lazio nel ruolo di spettatrice. Al 1' Radu libera Rocchi davanti al portiere. Dall'altezza del dischetto del rigore il capitano biancoceleste batte di sinistro ma Diego Lopez neutralizza la conclusione. Solo un'illusione per i numerosi tifosi romani giunti in Spagna a sostenere la Lazio. Per loro i primi 15' si trasformano in un incubo giallo, il colore delle maglie della squadra di Valverde. Dopo appena un minuto gli spagnoli passano in vantaggio. Capdevila conquista una punizione che Pires batte mettendo il pallone sotto la traversa. Il Madrigal esplode con il placido benestare della retroguardia laziale. Nemmeno il tempo per rammaricarsi che al 4' arriva l'ennesima espulsione della stagione. Questa volta è Baronio a rimediare il rosso per una sciocca quanto inefficace reazione ad un fallo di Lorente. Di nuovo in 10, di nuovo in svantaggio, non potrebbe esserci una condizione migliore per consentire al «sottomarino giallo» del Villareal di riemergere anche in Europa League dopo aver riassaporato ossigeno e punti nella Liga. Al 7' Radu rimedia un giallo, due minuti dopo Stefano Mauri ci prova da fuori con poca fortuna. La dea bendata arride, invece, a Cani. Il n.10 giallo firma il 2-0 al 13' con un destro da fuori che batte Bizzarri infilando l'angolo basso della sua porta. La squadra di Ballardini sbanda impazzita e subisce il terzo gol solo un minuto più tardi, quando Diakitè si macchia di un fallo su Nilmar. Ammonizione per il giovane laziale e rigore che ancora Robert Pires si incarica di trasformare, nonostante la deviazione di Bizzarri. Siamo al 15' e il bilancio racconta di tre gol subiti, un rosso e due gialli rimediati, ce n'è d'avanzo per aprire una botola al centro del Madrigal e sparire sotto l'erba, ma Rocchi cerca di risvegliare i suoi. Al 17' una sua conclusione esce di poco, al 30' rimedia un giallo per proteste dal fiscale Kircher in coppia con Foggia, al 32' si procura rigore ed espulsione di Gonzalo ma questa non è la serata della Lazio. Foggia si incarica della trasformazione ma il suo sinistro si stampa sulla traversa. Il primo tempo finisce sul 3-0 solo perchè Nilmar grazia la Lazio in un paio di occasioni. Con un espulso, quattro ammoniti e un rigore sbagliato sul groppone Ballardini si lascia inghiottire con i suoi dagli spogliatoi del Madrigal ed è meglio così. Nel secondo tempo gli spagnoli fanno accademia mentre l'allenatore spedisce in campo Kolarov, Zarate e Makinwa (chi si rivede!) per Perpetuini, Siviglia e Rocchi. Eliseu non si fa mancare un bel giallo giusto per farsi notare ma, intanto, Zarate regala alcune delle sue giocate. Una di queste procura il gol della bandiera al 73', poi è il rigore di Rossi a chiudere i giochi.

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