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Champions, l'Inter vince a Kiev

L'allenatore dell'Inter Josè Mourinho

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L'Inter non è pazza: è fuori di testa. E vincente, per una volta anche in Champions. Dopo aver abbassato la testa per 85 minuti, dopo il gollonzo di Sheva, il 15esimo in carriera contro i nerazzurri, che la condannava all'ultimo posto nel girone e quasi inequivocabilmente all'eliminazione. Dopo averla tenuta bassa per tutta la partita, spingendo sempre, anche quando si mangiava i gol più incredibili davanti al portiere della Dinamo. Che le ha anche dato una mano, con una mezza papera sul rocambolesco gol partita di Sneijder allo scadere. Sneijder che neanche doveva andarci, a Kiev, e invece alla fine s'è confermato uomo decisivo e insostituibile per la formazione di Mourinho. Che preso dalla disperazione, dopo un primo tempo positivo ma sfortunato, ha cambiatto tutto nella ripresa. Quando ha deciso di giocarsi il tutto per tutto, alla faccia della gara «non completamente decisiva». Dentro Motta e Balotelli per Cambiasso e Chivu: l'Inter si schiera con tre punte, con Zanetti che scala dietro a sinistra e con Maicon forma una coppia di terzini decisamente fluidificanti. La Dinamo è già calata. I nerazzurri comunque non aggrediscono, almeno inizialmente. Ci provano di più, questo sì. Ma sono ancora troppo lenti, pur conquistando campo. L'Inter però sa che si sta giocando la qualificazione, e prova a sfondare in ogni modo. E i risultati si vedono, anche se non si sentono. Eto'o di testa da calcio d'angolo, poi il palo di Samuel e Balotelli solo davanti a Bogush: l'Inter non passa. Gli attaccanti sbagliano tutto. Tutto e tutti, tranne il solito, immenso Milito. Stop in mezzo all'area e sinistraccio lento, che spiazza il portiere. Poi la botta di Muntari, i rimpalli e il gol partita di Sneijder. Questa è l'Inter. Pazza: come sempre, più che mai. Ma, per una volta, vincente anche in Champions. Dove adesso guarda tutti dall'alto in basso. Barcellona compreso.

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