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Una squadra menomata e senza idee, un allenatore confuso e una società troppo occupata a vincere in tribunale invece che sul campo di gioco.

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Oraci sono due scontri salvezza con Cagliari e Siena ma se non si fanno punti, si va sempre più in giù. Non può essere l'Europa League l'alibi per le prestazioni dei biancocelesti che se non avessero vinto (con fortuna) le prime due gare sarebbero stati ultimi. Un disastro che non si ricordava da anni senza nemmeno un raggio di luce almeno fino a gennaio quando si potrà tornare sul mercato. La squadra è costruita male e guidata ancora peggio in questi primi due mesi. La gemma di Pechino resta una vittoria che a questo punto è stata fuorviante per Lotito e Tare che forse hanno creduto di aver risolto i problemi col cuore, col gruppo quando invece servivano giocatori di livello. Del resto la Lazio l'anno scorso è arrivata dodicesima e ha perso Ledesma e Pandev, vale a dire due perni importanti. Quindi, squadra più debole e risultati ancora più scadenti se si esclude l'Europa. Errori gravi da parte di tutti, anche di un allenatore che cambia modulo ogni venti minuti aumentando la confusione nei giocatori ricordando Carlos Bianchi ai tempi della Roma. Giovedì era stato bravo a salvare la baracca, stavolta ha fatto danni con una presunzione che porta la Lazio sempre più in basso. Già, ci vorrebbe un po' di umiltà. Lotito richiami la sua truppa alle armi perché il pericolo è dietro l'angolo e non va sottovalutato. Da subito.

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