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Un'altra serata di ombre e luci

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Avevasubito malamente, la Lazio, in quel primo tempo in cui gli spagnoli si erano permessi di fallire gol agevoli, quasi come una formazione portoghese, di quelle che, senza porte, sarebbero le più forti. Vanificato da Eguren il bel gol di Zarate su assist di Cruz, nella ripresa la Lazio si è trovata in dieci, il rosso a Matuzalem una delle tante invenzioni a senso unico dell'arbitro croato Bebek: rigori negati, punizioni invertite, tutto contro i laziali. Ma da quel momento la tendenza si è invertita, i canarini in flessione, a giustificare la loro classifica deprimente, i romani più determinati, premia in giusta misura la loro crescita nel momento più delicato il guizzo di Rocchi quasi a tempo scaduto. Con la vittoria del Salisburgo, adesso il passaggio del turno diventa quasi uno spareggio con il Villarreal, conterà molto la trasferta in Spagna. Coraggioso Ballardini nell'affidarsi alla difesa a tre nel secondo tempo, che la Lazio in dieci ha giocato infine da protagonista. Senza Totti, per la Roma diventa dura, anche in Europa, però forse sarebbe stato meglio avere subito in campo il peso dell'esperienza di Pizarro e Perrotta, inizialmente in panchina. Così si è visto un primo tempo quasi tutto del Fulham, neanche una palla-gol per i romani, sette angoli per gli inglesi, fino al solito problema, Doni a vuoto su Hangeland, strada in salita. Soltanto la Roma in campo nella ripresa, si gioca nel'area inglese. Chissà perché il rigore lo batte Menez e non Pizarro, ma in pieno recupero l'ennesimo mischione propizia il tocco vincente di Andreolli, la speranza di passaggio del turno rimane viva. Gianfranco Giubilo

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