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Senza l'incidente Kimi sul podio

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Webberha meritato di vincerlo? Sì e no, perché l'australiano ha, sì, disputato una corsa veloce e impeccabile, schiantando Barrichello con strategia e ritmo, ma la vittoria l'ha costruita sulla grave scorrettezza commessa ai danni di Raikkonen, al quale ha distrutto l'alettone anteriore con una ruotata per evitare il sorpasso alla seconda curva. 2) Senza quell'incidente Raikkonen poteva vincere? È difficile dirlo, perché se è vero che Kimi è stato uno dei due vincitori morali del Gp del Brasile (l'altro è Hamilton) è anche vero che la sua eccezionale rimonta dall'ultimo al sesto posto è stata resa possibile dal cambiamento di strategia deciso dalla Ferrari, che è passata da quella «normale» con due pit stop a quella con uno solo. In condizioni «normali» non sappiamo se la Ferrari sarebbe stata abbastanza veloce, però è lecito pensare che Raikkonen sarebbe come minimo andato sul podio, regalando alla squadra che lo ha licenziato un ulteriore vantaggio in classifica mondiale sulla McLaren, che invece adesso le ha soffiato il terzo posto. 3) È stata una buona mossa scegliere sabato la «gallina domani» dell'assetto da asciutto anziché l'«uovo oggi» dell'assetto da bagnato in qualifica? Sì. Lo ha dimostrato la catastrofe di Barrichello, che dalla pole era sceso al quarto posto già prima di forare e retrocedere all'ottavo. Lo ha dimostrato Button, che aveva fatto una scelta intermedia. E lo ha dimostrato soprattutto Hamilton, risalito dal 18° al terzo posto. Se non fosse stato penalizzato dalla catastrofica strategia scelta dalla Red Bull, lo avrebbe dimostrato anche Vettel, che in pista è risultato comunque il più veloce. 4) Fisichella ha dato segni di miglioramento? Per la verità, dopo l'incidente iniziale si era ritrovato davanti al compagno Raikkonen, ma al traguardo c'è arrivato con più di 30 secondi di distacco da lui... Gia. Bac.

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