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La carriera di Fognini e Djokovic

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Daquel giorno le carriere dei due giovanotti si sono sviluppate in modo diverso. Djokovic vanta una vittoria (Australian Open) e una finale (US Open) nei tornei dello Slam, è numero 4 in classifica e diventerà numero 3 lunedì prossimo. Fognini ha compiuto anche lui i suoi progressi, ha esordito in Coppa Davis, è il terzo giocatore italiano ed è numero 66 nella graduatoria mondiale. Sarebbe sbagliato dire che ieri, a Shanghai, Djokovic si è preso la sua rivincita ma ha ristabilito le distanze battendo Fognini per 6-3, 6-1. A Fognini bisogna dar atto di interpretare al meglio la sua carriera. Ha affrontato una lunga trasferta senza avere la garanzia di un posto in tabellone, se lo è conquistato superando le qualificazioni e al primo turno, prima di cedere a Djokovic, ha sconfitto il lettone Ernests Gulbis, che l'anno scorso a Montecatini gli aveva rovinato l'esordio in Davis battendolo in tre set. Intanto al torneo Master 1000 di Shanghai si sono già registrati cinque ritiri (tra l'altro si sono fermati Roddick e Del Potro) confermando come la stagione del tennis si sia allungata troppo. E non è ancora finita perché rimangono da giocare il torneo di Parigi Bercy, il Masters di Londra e le finali della Coppa Davis (Spagna-Repubblica Ceca) e della Fed Cup (Italia-Stati Uniti). A proposito di Coppa Davis un piccolo studio sulla classifica mondiale mi consente di ricordare come l'Italia, che da nove anni è fuori dal tabellone principale, sia in settima posizione per numero di giocatori compresi tra i primi 100 (5), dietro Spagna (12), Francia, Germania e Stati Uniuti (10), Argentina (9) e Russia 7. A sottolineare come la Davis non rappresenti da anni il metro per giudicare la consistenza tennistica di un paese ricorderò che nella cosiddetta serie A della Coppa ci sono due paesi (Ecuador e India) che non hanno nemmeno un giocatore tra i primi 100, Svezia e Israele che ne hanno uno e il Cile che ne ha due. Da anni sostengo, senza fortuna, come la Davis dovrebbe allargare la propria formula, non a caso inventata nel 1900 quando il tennis era uno sport di nicchia. Il tennis si è sviluppato, i suoi dirigenti no.

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