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Il tecnico insegue la terza vittoria «Gioca soltanto chi sta con me»

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Iltecnico prova a tenere alta l'attenzione: «Io sono un martello. Voglio sempre di più, voglio il massimo». Uno stimolo che somiglia molto a quello lanciato alla vigilia della sfida contro la Fiorentina. «Io non ho punzecchiato nessuno - precisa - ho solamente detto quello che voglio, cioè che in campo bisogna dare tutti se stessi. Ci vuole allenamento mentale. La Roma vista nel primo tempo contro di domenica è molto vicina a quella che chiedo io. Una squadra determinata, che sappia sfruttare le doti dei suoi campioni». È troppo presto, però, per dire che la Roma sia completamente guarita: «Non lo so quanto tempo ci vorrà. Io voglio continuare così, ho negli occhi l'ultima partita. Voglio vedere quella Roma là. Il Palermo ha giocatori validissimi, che saranno aiutati dal loro pubblico, ci renderà la partita difficile. Mi aspetto una Roma reattiva. Affrontiamo una squadra composta da giocatori molto bravi, da Miccoli a Budan, da Pastore a Simplicio. Buoni elementi, che ti sanno puntare e sanno inserirsi senza palla. Inoltre, troveremo un ambiente bellissimo, caloroso. Dobbiamo essere pronti a tutto. Voglio una squadra che affronti a viso aperto ogni situazione difficile». Per questo cercherà di valutare a fondo ogni singola situazione. I dubbi riguardano soprattutto Juan e Vucinic: «Giocare ogni tre giorni per loro non rappresenta un toccasana. Parlerò con i ragazzi. Vediamo come hanno digerito i carichi di lavoro della partita precedente. A un certo punto vanno fermati per allenarsi. Bisogna mettergli nel motore dei chilometri». Mexes, però, sembra ancora in ritardo rispetto ai compagni: «Philippe deve tornare a essere un punto fermo della nazionale francese. Prima torna a essere Mexes più sono contento». Intanto, complice l'infortunio di Artur, torna a respirare l'aria della partita anche Doni, che però non sarà in campo: «Sta facendo passi da gigante. Sono stato costretto oggi a inserirlo tra i convocati perché Artur ieri ha preso una botta. Quindi faremo risentire a Doni l'aria dello spogliatoio». Più ai margini sembrano essere, invece, Andreolli, Cerci (non convocati) e Menez: «In questo momento ho voluto dare responsabilità ai campioni. I giovani vanno aiutati. Se metti pressione sui giovani puoi ritardare la loro crescita».

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