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Italia, profondo nero

Simone Bolelli con il numero uno Roger Federer

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GENOVA Roger Federer poteva anche risparmiarsi un ritorno così frettoloso dagli Stati Uniti. Bastava Wawrinka, suo fortunato compagno di scuderia, a sistemare questa Italietta male rappresentata da un Andreas Seppi, addirittura inferiore alla sua classifica ma soprattutto alle necessità di questa vicenda. Non era un incontro decisivo ma era anche l'unico che poteva allungare alla terza giornata la sentenza definitiva. Le giustificazioni, magari legittime, di Seppi convincono poco come tutte quelle dei giocatori che hanno perso. L'impressione è stata quella di una rassegnazione che l'avvio dell'incontro ha poi accentuato. Solo una parziale rimonta da 1 a 5 fino al 4 a 5 nel primo set ci ha fatto sperare che Seppi riuscisse a rimettere in discussione il risultato ma giova ricordare che Wawrinka è andato in testa per 4 a 0 nel primo set, per 5 a 0 nel secondo e ancora per 4 a 0 nel terzo lasciando alla fine al suo avversario la miseria di sette games in 2 ore e 14 minuti di partita. Seppi si è lamentato per problemi di digestione, provocati dall'insolito orario d'inizio che non gli ha permesso di prepararsi a dovere. Purtroppo non è la prima volta che questo Seppi delude sul piano agonistico. Poiché le qualità atletiche non gli mancano è difficile spiegare come a 25 anni Seppi valga (come la classifica dell'ATP conferma) quello di tre anni fa. Se è vero che è normale che il numero 22 batta, come ha detto Barazzutti, il numero 59, era legittimo, sulla base dei precedenti (Seppi aveva battuto Wawrinka quattro volte in 8 incontri e 3 volte su tre sulla terra battuta) sperare in un comportamento migliore, soprattutto sul piano agonistico. Il risultato mi esenta dalla descrizione dell'incontro. Basti dire che Seppi ha ceduto sette dei primi nove turni di servizio dopo di che ne ha tenuti altri due a partita ormai compromessa. Va anche detto che questo Wawrinka è sembrato migliore di quello che a Flushing Meadows era stato eliminato al primo turno da Lapentti ed anche di quello che l'anno scorso Cipolla aveva costretto al quinto set. Ha uno splendido rovescio ma sa far male anche con il dritto. Frequenta poco la rete dove ormai non si avventura più nessuno. Bolelli ha affrontato Federer con le uniche armi a sua disposizione, lo scambio vivace da fondo campo solo che ad alta velocità finisce per sbagliare troppo. Non credo che Barazzutti abbia sbagliato formazione anche perché ho il sospetto (ma solo quello) che la reintegrazione di Bolelli facesse parte dell'accordo trovato con fatica e con poca dignità tra il giocatore e la Federazione. Il primo set è stato deciso da un solo break, quello ottenuto da Federer sul 4 a 3. Nel secondo set Bolelli è riuscito a togliere la battuta al suo avversario nel quarto gioco quando ha recuperato un break appena subito ma poi Federer gli è scappato via di nuovo. Il terzo set non ha avuto storia perché Bolelli ha capito che non poteva farcela e Federer che non poteva perdere. Oggi il doppio. Barazzutti, secondo sua abitudine, non ha dato la formazione che difficilmente sarà quella che era stata annunciata al sorteggio. Anche questo è un vezzo del capitano azzurro, quello di indicare per il doppio i due giocatori che non giocano in singolare, anche quando sa perfettamente che in campo andrà una formazione diversa. Comunque, chiunque giochi, sembra improbabile che si riesca a battere la formazione che, bene o male, l'anno scorso ha vinto le Olimpiadi anche se quello è stato l'ultimo torneo in cui hanno giocato insieme.

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