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Claudio sa parlare al cuore

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Midispiace per Lotito, il cui prezioso lavoro ho ammirato fin dal primo giorno della sua apparizione nel mondo del calcio, ma il suo lamento contro i «forzuti» della Juve è stato il miglior complimento che poteva fare agli avversari, in verità superiori alla Lazio sopratutto per fortuna. E appunto per vigore agonistico. Ferrara ha mostrato che, perduto il Divin Diego, la sua squadra non ha fatto una piega, battendosi come una provinciale a caccia di gloria. Questa del muscolarismo legittimo è per ora l'unica vera novità del campionato; ma non siamo abituati al cambiamento, e parliamo di corrida dopo che ci siamo riempiti per anni la bocca di calcio inglese fisico e appassionante. Dai e dai, succede che Collina ordina agli arbitri di non fischiare troppo, di sorvolare sui falli muscolari senza cattive intenzioni, e subito cambiamo avviso: quelli picchiano, esagerano, i miei bravi ragazzi subiscono...Poverini. L'agonismo è dentro il calcio, può assumere toni elevati se se ne fanno interpreti Riva o Tardelli: la trance agonistica del dopogol portava Gigi all'estasi, Marco alla follia; può esprimersi in termini più grossolani quando non si sposa con la classe e l'eleganza, ma spesso abili tecnici fanno miracoli anche coi piedi ruvidi. Riguardatevi Genoa-Napoli: a parte le bufale dell'arbitro Tagliavento, i rossoblù hanno vinto perché sembravano inglesi (di una volta); e invece erano quel che voleva fossero Gasperini che, quando il Genoa s'è trovato in dieci e sotto di un gol, ha detto a Sculli: «Vai là e scatena l'inferno». Già: nell'area del Napoli. E inferno fu. Poi c'è il metodo Ranieri, motivatore più elegante e moderato e tuttavia promosso all'esame... d'inglese, ovvero dall'esperienza al Chelsea. La sua Juve originale - prima che perdesse tanti uomini chiave - era squadra operaia. Poi, il sor Claudio sa parlare pure al cuore, e questo gli è sicuramente riuscito al primo incontro con la sua Roma. Perché anche lui è animato da sacro fuoco; ma sta coi piedi pet terra. Certo non dirà - come amava sottolineare il mio amico Oronzo Pugliese - che i Ragazzi si son battuti per lui. Sai che gliene frega, ai Ragazzi, del tecnico appena partito e di quello appena arrivato. O di Rosella. A Ranieri basta sapere che si sono battuti per la Roma con uno spirito nuovo - più umile e esaltato insieme - trovando anche quel valore aggiunto, per me qualificante se non determinante, che si chiama Solidarietà. La solidarietà che i giallorossi hanno espresso a De Rossi mentre dagli spalti piovevano su di lui gli insulti vigliacchi dei raffinati senesi. Basta con quella storia dei gentlemen che perdono così elegantemente che appena arrivano in trasmissione gli dicono «complimenti». Dalle mie parti si dice «bravo lo stesso». Perdente nato. Born to Lose - dicono i soliti inglesi.

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