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Briatore denuncia i Piquet

Flavio Briatore

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Di colpo sembra essere tornati indietro di tre anni quando, proprio a Monza, i carabinieri notificarono all'allora team principal della McLaren, Ron Dennis, un avviso di garanzia della Procura di Modena nell'ambito della spy story con la Ferrari. Cambiano i soggetti, cambiano le azioni giudiziarie, ma il clima di veleno all'interno del paddock brianzolo sembra essere lo stesso. Di fronte, in una sorta di duello rusticano all'ultima dichiarazione, la famiglia Piquet, padre e figlio, e Flavio Briatore, team principal della Renault. Il giovane pilota brasiliano ha accusato la scuderia di averlo costretto, in occasione del Gran Premio di Singapore dello scorso anno, ad andare a sbattere contro il muretto per favorire la vittoria di Alonso. Il padre, in un interrogatorio dello scorso 17 agosto e trapelato stamattina, ha rincarato la dose coinvolgendo la Fia, il suo presidente Max Mosley, il patron Bernie Ecclestone e addirittura Fernando Alonso. Oggi il manager italiano ha reagito altrettanto duramente con il carico da 90: una denuncia al Tribunale penale di Parigi nei confronti di entrambi, con l'accusa di tentata estorsione e calunnia. «Ci hanno ricattato, abbiamo le prove», ha tuonato Briatore parlando con la stampa italiana. «Non abbiamo organizzato nessun incidente a Singapore - ha precisato - quello che è stato detto è molto grave. Quando due mesi fa ho sentito le illazioni su questa vicenda ho subito scritto a Nelson Piquet senior. Era il 28 luglio. Non abbiamo mai avuto nulla da nascondere». Il 21 settembre ne discuterà il Consiglio mondiale della Fia. «Confidiamo che sia imparziale - commenta Briatore - abbiamo prove evidenti che porteremo al Consiglio». Briatore è un fiume in piena. Sembra un padre tradito dal figlio. «Credo - ha detto - che abbiamo cercato in tutti modi di metterlo a suo agio. Abbiamo fatto di tutto. Abbiamo cercato anche un dottore che gli parlasse per la sua fragilità. Addirittura ho letto sui giornali che Piquet mi ha accusato di non avere fatto entrare un suo amico nel paddock definendomi il suo boia. Io ho allontanato il suo amico su suggerimento del padre. Questi due vivevano insieme. Non si capiva che relazione avessero». «Ho fatto addirittura spostare Piquet di appartamento - ha aggiunto - e l'ho messo in un palazzo dove vivo io per tenerlo sotto controllo. Queste accuse di Piquet sono gratuite». Il sospetto, negli ambienti vicini alla Casa francese, è che dietro tutta l'operazione ci siano i vertici della Fia per le critiche rivolte dal numero 1 della Renault Ghosn alla gestione di Max Mosley, ed in particolare per quelle fatte da Briatore per i nuovi regolamenti. «Io nel mirino? In Formula 1 ti puoi sempre sentire nel mirino quando cerchi di fare delle cose che possono migliorare il futuro di questo sport», si è limitato a dire Briatore. Il presidente della Fia ha però gettato acqua sul fuoco. «Dobbiamo ancora ricevere la difesa della Renault - ha detto oggi a Monza Mosley -. Dobbiamo sentire entrambe le parti in causa, vedere come stanno le cose e agire in maniera appropriata». Alcuni interpretino l'apertura di un'inchiesta da parte della Fia come una mossa di Mosley per colpire Briatore, «È completamente senza senso - ha detto l'inglese -, ho un rapporto amichevole con Briatore e alcuni giorni fa abbiamo pranzato assieme» In tutta la vicenda ci sono in effetti particolari inquietanti che lasciano perplessi. Secondo il tre volte campione mondiale brasiliano, la Fia sapeva fin dal Gran Premio del Brasile dello scorso anno che suo figlio accusava la Renault di averlo indotto a simulare un incidente. L'inchiesta è però partita solo a fine luglio: perchè? È stato proprio il padre del pilota a raccontare a Charlie Whithing, direttore di gara, le accuse di Nelsinho. Whiting gli avrebbe detto: «Lascia perdere, non può succedere mulla, perchè tanto il risultato del campionato non si può cambiare». Piquet Senior riferisce di avere parlato in seguito con Mosley ed Ecclestone. «Mosley mi ha detto che lo sapeva già da Whiting, ma che non si poteva provare nulla se qualcuno non lo avesse detto espressamente». Più duro, secondo Piquet, il giudizio di Ecclestone nei confronti della Renault e di Briatore. «Quando mi ha chiesto se erano vere le accuse di mio figlio io gli ho chiesto se era il caso di raccontare tutto alla stampa e che cosa dovevo fare», dichiara Piquet nel verbale. «Non dire nulla alla stampa, Fuck him (fottilo, ndr)», è la risposta che avrebbe dato Ecclestone. «Non è vero - ha replicato oggi all'ANSA Ecclestone - quella cosa non l'ho mai detta. È il contrario. È stato Piquet che ha detto 'farò qualsiasi cosa per distruggere Flavio». Ma nell'interrogatorio, riassunto in 26 pagine, Piquet Senior non risparmia nessuno, fino ad affermare: «Anche Alonso sapeva».

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