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Amauri: non vedo l'ora di vestire l'azzurro

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Lippi ha una ricetta: sì agli oriundi in nazionale, ma in misura limitata. Perchè per l'Italia, a differenza di Francia e Inghilterra, si tratta di una questione che si affronta «con una prospettiva per così dire ideologica». Ieri il cittì è tornato a parlare della questione di Amauri e degli altri giocatori stranieri ma di passaporto italiano che si sono proposti per la nazionale. «Amauri dice che ha parlato con me? Di lui parlerò solo quando avrà il passaporto italiano. Altri nomi non ne faccio. Non c'è solo Thiago Motta, ma anche Ledesma, Taddei: voglio però affrontare la situazione oriundi in misura limitata». Quello dei naturalizzati, ha aggiunto l'allenatore della nazionale è un problema «solo per noi, perchè lo affrontiamo sotto un profilo ideologico. Se guardiamo la Germania, e non dico un paese a caso, ha vinto l'Europeo Under 21 con dieci oriundi tra cui giocatori di colore, e sono il futuro della nazionale. Per non parlare di Francia, soprattutto, ma anche di Inghilterra. Noi invece per gli oriundi ci siamo già passati, e siamo un pò piu restii, me compreso». Intanto Amauri ribadisce la candidatura: «In Sudafrica spero di esserci. Se arriva chiamata sarò onorato di vestire la maglia azzurra. Ho scelto l'Italia al Brasile perchè calcisticamente sono cresciuto qua». Ma ci sono ancora problemi per il prezioso documento, si parla di sei mesi che sarebbero fatali per poter essere inserito nella lista per il mondiale.

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