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Un errore privarsi di Alberto

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Beatochi, forte del del dono della fede, resta in attesa di un miracolo. Che producano qualche effetto incoraggiante i «pissi pissi bau bau» ai quali sono estranei i comuni mortali, resta un segreto tra una società che affonda e chi, per difendere anche interessi pesanti, sta cercando di tenerla e galla. Nel frattempo, la Roma deve far fronte a un mese di impegni terrificanti, specialmente se, come è auspicabile e quasi certo, il superamento del turno a Gand proporrà altre due sfide europee a cavallo di un avvio di campionato allarmante. Ma per fronteggiare le emergenze si profilano ancora una volta le rinunce eccellenti, prima su tutte quella ad Alberto Aquilani, forse come non mai vicino a Rafa Benitez e al suo Liverpool. Non riesco francamente a condividere l'umore del tifo, sembra quasi che si tratti di una partenza indolore, dimenticando l'età a soprattutto la qualità del giocatore, azzurro del prossimo mondiale e grande prospettiva futura, per non parlare della romanità, fattore che aiuta. Ma tanto, dicono i più superficiali, in quel settore la Roma ha tante risorse: certo, a patto che nessuno si scheggi un'unghia, evento drammatico secondo un recente passato che parla di errori a catena nella gestione degli infortuni e dei recuperi, Spalletti ha dovuto imparare come dall'abbondanza si possa saltare alla carestia nera. Ma la situazione, purtroppo, non è delle più allegre, i problemi della società vengono pesantemente avvertiti dagli stessi interpreti, qualcuno di loro già posizionato sui blocchi di partenza. Vedi il caso di Julio Baptista, che ha chiesto e ottenuto la non convocazione per l'Europa League, lui sogna ancora un 'avventura in Champions League, non può lasciarsela sfuggire per una trasferta in Belgio. Perfino De Rossi, ferreo nella sua posizione di presidio del futuro giallorosso, non ha potuto negare l'incidenza delle attuali difficoltà di bilancio, però ha fatto capire che, contrariamente alle convinzioni di una parte del tifo, l'addio ad Aquilani sarebbe un brutto colpo, un ulteriore passo indietro. Agosto, mese seminato di trappole, non comincia nel modo migliore.

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