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Due regine firmate made in Italy

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Accoltada un pubblico straordinario, la ragazza romana è sembrata per un po' nascosta. Quei 185 centimetri avvolti nel supercostume tecnologico non solcavano l'acqua come qualche sprovveduto tifoso poteva immaginare. Prime vasche da numero 6. Ma come? Sembrava dire qualcuno. Invece quella scelta era la chiave del trionfo. Perché 30 vasche da percorrere non sono uno scherzo. E se parti subito forte, non è detto che vinci. Andatelo a chiedere alla danese Friis: il primo terzo di gara a fare l'andatura da record del mondo. Ma poi. Poi ecco le leve di Alessia. Ecco la sua bracciata fluida e potente. Ecco quella galleggiabilità che aveva già colpito a Pechino, quando conquistò l'argento negli 800 stile libero. Tutto semplice, tutto perfetto. Eppure, dietro quell'armonia che fa tutt'uno con l'acqua c'è la fatica e il sacrificio di chi, come Alessia, è sportivamente nata e poi risorta dopo tante difficoltà e tante crisi. Doveva ritrovare se stessa, doveva capire che le sue potenzialità erano da campionessa del mondo. Ci ha messo un po', ma con la forza e la sua determinazione Made in Roma, c'è riuscita. Ecco perché alla fine, quell'inchino elegante fuori dalla vasca delle meraviglie, quella piscina che sta regalando gioie eccezionali al nuoto italiano al femminile. Non era facile reggere il confronto con Federica Pellegrini. Con la perfezione dei 400 stile di tre giorni fa. Non era facile reggere la pressione, l'attesa. Meno problematica di Federica, anche Alessia ha i suoi demoni di sconfiggere e da scacciare. Una prova non proprio esaltante al mattino e poi, con la concentrazione di chi vuole prendersi una cosa che sente sua, ecco quel quarto d'ora che non regala il record del mondo, ma che spinge Alessia Filippi sul tetto del mondo di questa massacrante prova. E mentre il Foro Italico continua a salutare il suo trionfo, l'ideal testimone di questa corsa all'oro tra le due nostre straordinarie nuotatrici, prosegue. Perché nella semifinale dei 200 stile libero, Federica Pellegrini prende per il bavero le avversarsie e le sposta più in là: miglior tempo e record del mondo, con un sensazionale 1 53' 67" che ipoteca la medaglia d'oro nella finale di oggi pomeriggio. Per poi immaginarsi di nuovo Alessia nella prova a lei forse più congeniale, gli 800 stile libero. Un ping pong tutto d'oro che sta facendo entusiasmare il pubblico di Roma, strabiliato da tanti successi e da una pioggia di record del mondo che, senza più i supercostumi a disposizione degli atleti l'anno prossimo, chissà per quanto tempo resisteranno. Marco Cherubini

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