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Dov'è finita la Ferrari? Il telespettatore italiano che ha rinunciato alla spiaggia per godersi le qualifiche del G.P.

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Maalla fine deve accontentarsi di un paio di inquadrature del redivivo Michael Schumacher che ciondola insulsamente dietro agli ingegneri seduti al muretto, di una della moglie di Massa con la pelliccetta al collo per difendersi dal freddo, di un paio di uscite di pista delle F60C (sì, poi ve lo spieghiamo perché quella che corre al Nurburgring è la terza e ultima versione della monoposto 2009), e del replay di un piccolo ma significativo pateracchio occorso ai box, un errato cambio di gomme con annessa cazziata ai meccanici da parte dell'ingegnere di Massa. Davvero poco, per la squadra che ha dominato l'ultimo decennio di F1 e vanta il maggior numero di tifosi nel globo terracqueo. Talmente poco da far pensare che un'esposizione così ridotta alle telecamere non possa essere spiegata soltanto dall'irrilevanza della presenza ferrarista in questo disgraziatissimo Mondiale, e che sotto sotto possa esserci dell'altro. Il dubbio serpeggia da qualche tempo, insinuato in camera caritatis dagli stessi uomini-comunicazione della Scuderia, i quali temono che l'aspra lotta extra-sportiva in corso possa spingere i registi televisivi - fedelissimi di Bernie Ecclestone - a boicottare le Rosse e i loro sponsor, nella (ragionevole) convinzione che meno minuti di visibilità possano equivalere a meno euro di corrispettivo. Coi tempi che corrono non ci si può più stupire di niente, ma se anche i suoi sospetti fossero fondati la Ferrari sta facendo poco o niente per dimostrare di essere realmente boicottata. Al Nurburgring, ieri, l'ultima versione della Rosse - il cui passo è stato accorciato di circa 4 centimetri cambiando la forma dei triangoli della sospensione anteriore, scopo spostamento del carico sull'anteriore per migliorare l'inserimento in curva - ha dovuto accontentarsi di spezzare le reni a Nelsinho Piquet (che lunedì verrà appiedato dalla Renault per mancanza di risultati) ed è finita alle spalle persino di una Force India. Chiaro che Massa e Raikkonen, sapendo di non poter puntare al podio, hanno fatto le qualifiche pieni gonfi di benzina, in modo da sfruttare con un lunghissimo stint iniziale il decente passo che le loro F60C hanno dimostrato di poter tenere con le basse temperature previste per oggi in gara. Però ottavo e nono posto in griglia (a oltre 2”3 dalla pole!), sono posizioni che rimandano con la memoria addirittura al 1980, l'anno più buio della storia ferrarista. Il freddo e le strategie di gara risulteranno decisivi anche nella lotta per la vittoria. Il fatto che i rispettivi scudieri li abbiano preceduti in griglia sta probabilmente a significare che i due piloti in lotta per il titolo, Button e Vettel, hanno a loro volta fatto scelte prudenti, sebbene sul tedeschino gravi l'impressione che non si trovi a suo completo agio sulla pista di casa. I rapporti di forza fra le loro due scuderie sono comunque più o meno gli stessi di Silverstone, con la Red Bull più competitiva della Brawn quando non fa caldo.

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