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Il futuro della Roma resta indecifrabile

Roma

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Un altro giorno di attese. Sfibranti e invane per chi ha fretta di sapere quale futuro aspetta la Roma. Sono passate altre 24 ore e nulla è cambiato: Fioranelli non ha ancora presentato l'ultima garanzia richiesta da Mediobanca per la conclusione dell'affare. Ma la trattativa con la cordata straniera, almeno ufficialmente, resta in piedi. Nessun comunicato di rottura è stato emesso né da Italpetroli, né da la merchant bank di Geronzi. L'unico a parlare ieri è stato proprio Fioranelli, che in una nota a sua firma diffusa in serata ha precisato l'estraneità di una società da lui controllata, la Labouchere Ag, «alla operazione As Roma» e soprattutto ha parlato di «trattative in corso tra il gruppo Fio e la Italpetroli». Dall'entourage dell'agente Fifa il messaggio è sempre lo stesso: i soldi ci sono, abbiamo fatto tutto quello che ci è stato richiesto e nessun personaggio «strano» è coinvolto nell'affare. Le banche, invece, continuano a parlare di un problema tuttora non superato. Non di natura economica, a quanto si apprende. Ieri un lungo colloquio tra Mediobanca e Fioranelli non ha portato alla fumata bianca. Intanto il titolo in Borsa ha perso il 5,65%. «Forse qualcuno della cordata si è tirato indietro» la spiegazione a Radio Radio dell'ex socio del procuratore, Vincenzo Morabito. Ma Fioranelli non si arrende e sta facendo di tutto per convincere l'advisor dei Sensi della solidità della sua proposta. Ma non basta. E Unicredit è stanca di aspettare. «Gli orologi si sono fermati» fanno sapere da piazza Cordusio. Il maggiore creditore di Italpetroli ritiene molto basse le possibilità della conclusione positiva del'affare con Fioranelli e chiede che divenga operativo l'accordo già siglato con i Sensi per il conferimento a Mediobanca del mandato a vendere la Roma. Duecento milioni di euro il prezzo di base dell'asta fissato, con la possibilità per gli eventuali acquirenti di ottenere uno «sconto»: Unicredit sarebbe pronta a rinunciare fino al 40% di tale importo pur di veder ceduto il club giallorosso e incassare una buona parte dei crediti vantati nei confronti di Italpetroli. Tecnicamente si tratterebbe di un mandato a vendere con procura, sul quale la famiglia Sensi non potrebbe più mettere mano. La messa in mora da parte di Unicredit pende infatti sulla testa dell'attuale proprietà della Roma, non avendo rispettato le scadenze del piano di rientro dal maxi-debito riscadenzato lo scorso luglio. Le conseguenze del caos-societario bloccano di fatto il mercato. Pradè ha le mani legate e attende istruzioni per la risoluzione delle comproprietà ormai imminenti, la Mazzoleni si sta dedicando all'iscrizione della squadra al campionato: quella non si può rinviare (domani è in programma il cda del club). Nello stallo totale emerge una novità nel settore medico: in arrivo il fisioterapista della Nazionale Silvano Cotti, ricevuto ieri da Pradè. È lo stesso che ha curato con successo De Rossi durante la Confederations Cup, aiutandolo a superare il problema al tendine. Cotti, tra l'altro, è anche il fisioterapista di Shevchenko, uno dei nomi accostati per il prossimo mercato. Ma di nuovi acquisti per ora non c'è neanche l'ombra.

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