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Troppi dubbi sull'efficienza delle «mummie»

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Adessonella stessa ricerca, ma ben più affannosa, è impegnato un altro Marcello: meno illustre, ma forse perfino più noto visto che il calcio, in Italia, gode di privilegi mediatici superiori a quelli della letteratura. C'è voluta l'umiliazione della Confederations Cup per sollevare ragionevoli dubbi sulla efficienza del gruppo mondiale che Lippi si proponeva di portare con sé in Sud Africa, il prossimo anno. Dando per scontato che ci si arrivi: non è, infatti, che per gli appuntamenti autunnali le attuali indicazioni inducano a un ottimismo sfrenato, anche se i rivali non sono dei più temibili. Si erano anche offesi, i nostri bravi ragazzi, opponendo uno stizzito silenzio ai giornalisti che, alla vigilia della sfida, chiamiamola così, con il Brasile, li avevano affettuosamente definiti mummie. Pare che adesso, dalle millenarie piramidi, sia invece partita la querela dei Faraoni avvolti dalle bende, per essere stati accostati agli Azzurri, ridotti a celesti pallidi in tutti i sensi. Viene voglia di scherzare per non piangere, in realtà le prospettive non sono incoraggianti. Forse con un minimo di colpevole ritardo lo stesso tecnico si è reso conto che la sua armata di Berlino si era andata dissolvendo, la inutile, anche se obbligata, trasferta sudafricana, avrebbe potuto rappresentare un'occasione per cercare, in tempi ragionevoli, le proposte di possibili alternative ai campioni bolliti. Santon è rimasto a guardare, Giuseppe Rossi si è ritagliato avari spazi, spesso in situazioni disagevoli, in mezzo a compagni poco disponibili, per limiti atletici, ad assecondarne gli estri. Dunque in questi mesi Marcello Lippi avrà l'ardua incombenza di rifondare una Nazionale, dopo essersi illuso che la base fosse rimasta comunque solidissima. Perfino gli ultimi impegni di qualificazione dovremo affrontarli con palpiti superiori alle certezze amorevolmente coltivate finora. La lista delle conferme dovrà esere rivisitata, qualche etichetta parla di data di scadenza superata, anche se per quanto riguarda la Confederations Cup vale l'attenuante di una condizione atletica deficitaria, come del resto era logico attendersi in questo periodo. Un calo di tono occasionale, forse, ma anche segnali che parlano di cicli probabilmente chiusi, di caselle che restano vuote e per le quali avrebbero dovuto essere trovate alternative già da qualche tempo. Pur se raggiungessero, come sembra nonostante tutto molto probabile, il traguardo della fase finale, i vecchi leoni difficilmente potrebbero tornare a ruggire.

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