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Regole astruse negli Europei a squadre

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L'ultimofine settimana ha assistito al battesimo dei campionati europei di atletica per squadre nazionali. Sul suo esito, e sulle novità adottate dai dirigenti europei con lo scopo dichiarato di ridare slancio all'attività in chiave spettacolare e televisiva, s'impone qualche riflessione. La prima, di fondo, è che la formula inaugurata sabato e domenica scorsi allo stadio portoghese di Leiria è una pessima variante dell'impeccabile meccanismo agonistico inventato agli inizi degli anni '60, con l'istituzione della Coppa Europa, dall'italiano Bruno Zauli: dodici le squadre iscritte, in luogo delle otto d'un tempo, mortificando quindi nelle gare dai 100 ai 400 metri l'immediatezza del risultato, tipica d'ogni disciplina sportiva, sottoposta al contrario all'interpolazione dei tempi realizzati tra una serie e l'altra. La seconda obiezione riguarda l'unificazione delle classifiche maschili e femminili, del tutto ininfluente, quando non fuorviante, sia sotto il profilo tecnico sia sul piano spettacolare. La terza obiezione - di cui il primo esperimento ha fornito puntuale conferma - riguarda l'eliminazione dell'ultimo atleta nei passaggi intermedi delle gare di mezzofondo, snaturando totalmente la specialità e alimentando forti dubbi anche sulla spettacolarità della formula. Detto come per nulla convincenti appaiono le novità introdotte nel salto in alto e nell'asta - un atleta non può commettere più di quattro errori in tutta la gara - e come meglio sarebbe limitare a non più di due tentativi a disposizione per ogni misura, il peggio della novità riguarda i quattro lanci, il salto in lungo e il triplo: dopo due turni vengono eliminati 6 dei 12 atleti, al terzo turno altri 2, lasciando infine via libera il quarto lancio, o salto, solo ai rimanenti quattro atleti. Nel vortice poco ragionato delle novità di Leiria, e probabilmente adottata in futuro come regola generale dalla federazione internazionale, fa eccezione la tolleranza zero in caso di partenza falsa: come avviene per il nuoto, l'atleta che parte in anticipo rispetto al colpo dello starter viene immediatamente squalificato. È l'unica eccezione nel mediocre apparato riformatore messo in atto dall'associazione europea di atletica. Dando ragione a quanti, atleti in testa, hanno visto la terapia adottata più perniciosa della malattia da curare.

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