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Italia-Brasile Miracolo o valigie

Fabio Cannavaro con Marcello Lippi

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{{IMG_SX}}Trentanove anni esatti dopo la finale vinta a Messico '70 contro l'Italia il 21 giugno all'Azteca, il Brasile ancora festeggia: il capitano di quella squadra, Carlos Alberto, sarà premiato oggi durante la sfida tra la Selecao e gli azzurri al Superstadium di Pretoria. A trentacinque mesi dalla notte magica di Berlino, il calcio italiano è invece in sorprendente crisi psicologica e di identità, al punto che dopo le critiche per la sconfitta di giovedì con l'Egitto, gli azzurri campioni del mondo in carica rifiutano per un giorno, il contatto con i giornalisti. Nei contrapposti stati d'animo sta il dato più significativo alla vigilia di un'Italia-Brasile che chiude il girone di qualificazione della Confederations Cup. «Attenti, le mummie a volte si tolgono le bende e resuscitano...», ammonisce il ct azzurro Marcello Lippi, che a differenza dei giocatori parla, anche se dice e non dice. Sembra una minaccia velata di ritorsioni per le critiche dei giornalisti, e sicuramente un pò di stizza c'è: «Quando si perde si sente dire tutto ed il contrario di tutto, anche che gli egiziani hanno corso più di noi giovedì a Johannesburg. Mummie? Senza neppure entrare nel merito, visto che giocavamo con l'Egitto complimenti per la fantasia... Noi per ora prendiamo, incartiamo e portiamo a casa». Ma ciò che davvero vorrebbe portare a casa, Lippi, è una qualificazione: «Il discorso fatto da Buffon sulla voglia di fare comunque bella figura è intelligente ma viene dopo. Per prima cosa noi dobbiamo andare avanti il più possibile». Il successo manca dal 3-2 firmato Pablito Rossi ai mondiali del 1982: «E quella è la gara che io più ricordo - spiega il ct - speravo di arrivare a questa partita in una situazione diversa. Il Brasile? Guai a offrir loro spazi: gente come Kakà o Luis Fabiano ti fa male in un secondo». Lippi esclude che i sudamericani possano mettersi a fare calcoli: «Attenzione, anche la squadra di Dunga non è qualificata, sebbene sia messa meglio di noi. Un pareggio basterebbe loro, ma voi ce lo vedete il Brasile che gioca per lo 0-0?».

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