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Gli arabi alla conquista del Milan

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Ilmotto caro agli imprenditori dello spettacolo nell'immediato dopoguerra sembra calzare a pennello per il nostro pallone. Che assiste impotente alla fuga di fenomeni. L'Inter rischia di perdere Ibrahimovic, il Milan ha già mollato Kakà e fatica a resistere alla corte per Pato, Seedorf e Pirlo. I bilanci languono e nessuno può più fare follie. Le ragioni, secondo l'amministrato delegato del Milan Adriano Galliani, sono molteplici. Stadi vecchi e non di proprietà, incidenza fiscale maggiore rispetto alla Spagna, un clima troppo gonfio di pressioni. Tutto vero. Ma, ci permettiamo di aggiungere, anche la scarsa lungimiranza di tutti i principali dirigenti calcistici italiani che si sono affidati solo ai diritti televisivi per mandare avanti la baracca. In questo contesto di crisi, crisi vera, si inserisce una indiscrezione che cresce col passare delle ore: lo sceicco Ahmed bin Saeed Al Marktoum zio del primo ministro degli Emirati e sceicco di Dubai, è pronto a scalare la proprietà del Milan. Dapprima con un accordo di sponsorizzazione: quel Fly Emirates che ha cambiato la vita all'Arsenal. Con la costruzione di uno stadio gioiello da oltre 300 milioni di euro. La compagnia di bandiera degli Emirati con 20 milioni di euro a stagione stanno per subentrare a Bwin, vecchio sponsor rossonero. Ma non si fermerebbero qui. In ballo il 40% del pacchetto azionario del Milan, con la volontà - ufficiosa - di andare ancora più su. Certo Silvio Berlusconi non mollerà mai il Milan, ma sono in molti, anche nella sua famiglia, a non gradire i continui aumenti di capitale per risanare le casse rossonere. L'ingresso degli arabi risolverebbero abbondantemente questo problema. Che diventa così la simbolica cartina di tornasole della situazione del nostro pallone: senza aiuti copiosi, la crisi rischia di aggravarsi, anche perché pochissimi club hanno deciso - come accaduto proprio all'Arsenal, per esempio - di puntare decisamente sui giovani. Soldi stranieri, per tenersi strette le stelle straniere? Forse la sintesi è un po' spericolata, ma se si continua così, non sarà poi così lontana dalla realtà.

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