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Federer entra nella storia

Roger Federer

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Roger Federer non ha mancato l'appuntamento con la storia, almeno la sua, ed ha finalmente vinto il Roland Garros colmando una lacuna che certamente gli pesava anche se molti altri campioni (non ultimo Pete Sampras) hanno chiuso la carriera senza aver mai vinto a Parigi. Non avendo avuto la soddisfazione di celebrare questo evento battendo il suo storico rivale, Rafael Nadal, Federer ha riservato al suo sostituto, lo svedese Robin Soderling, la propria migliore prestazione degli ultimi tempi togliendo alla finale ogni briciola di emozione o di incertezza. Soderling ha pagato nel primo set il suo tributo al noviziato, ha giocato alla pari il secondo arrendendosi solo, nel tie-break, al miglior momento tennistico del campione (quattro aces su quattro servizi ed una palla corta da collezione), si è fatto staccare all'inizio del terzo set quando ha comunque avuto le uniche due palle break che la partita celebrativa di Federer gli ha concesso. I traguardi secondari raggiunti nella giornata sono stati il 14° titolo del Grande Slam e l'inserimento nel gruppo dei campioni che hanno vinto almeno una volta tutti e quattro i grandi tornei. La finale è stata comunque una buona partita alla quale sono mancate, come ho detto, le emozioni per la superiorità dimostrata fin dall'inizio da Federer. Mi è stato difficile ricordare che esattamente un anno fa, sullo stesso campo, Federer era stato umiliato da Rafael Nadal con un punteggio (6-3,6-0, 6-1) che oggi appare incredibile. E' quasi inevitabile che il trionfo di Federer venga messo in discussione perché in finale il campione svizzero ha trovato, al posto del suo storico rivale, il giocatore che lo aveva eliminato. A Soderling, che in carriera non era mai andato oltre il terzo turno in un torneo del Grande Slam, non si può rimproverare nulla. Giocando alla pari tutto il secondo set lo svedese ha confermato la sua eccellente condizione, la stessa che gli aveva permesso di battere, dopo Nadal, anche Davcydenko e Gonzalez. Purtroppo per lui nel tie-break del secondo set Federer ha concentrato i colpi migliori della sua partita. Infine anche quando finalmente Soderling è riuscito a procurarsi nel terzo set le prime due palle break, Federer le ha cancellate con l'autorità del campione che non poteva permettersi di mancare un successo che il pronostico gli aveva assegnato nel momento stesso in cui Nadal era stato eliminato. Federer è stato perfetto in ogni aspetto del suo gioco. Sedici aces, una sorprendente regolarità nei colpi da fondo campo, un uso intelligente e tempestivo della palla corta.Certo in tribuna molti si saranno domandati come sarebbe andata a finire se al posto di Soderling ci fosse stato Nadal. E' un quesito al quale speriamo sia possibile dare una risposta fin dal prossimo torneo di Wimbledon. La partita è stata a tratti disturbata dalla pioggia che però non ha mai imposto una sospensione cdhe sarebbe stata inevitabile se si fosse giocato sull'erba o sul cemento. Un doppio fallo di Soderling, evidentemente teso ed emozionato all'avvio, ha dato il primo break a Federer che è vltato fino al 4 a 0 prima di lasciare un gioco all'avversario e di chiudere il primo set per 6-1 in soli 2q3 minuti. Nel secondo set Soderling è finalmente entrato in partita riuscendo a tenere con sicurezza il proprio servizio senza concedere una sola palla break. Nel tie-break però ai aveva la conferma che questa fase del gioco è tutt'altro che una lotteria. Federer piazzava quattro aces nei suoi quattro turni di servizio, inoltre vi aggiungeva una palla corta che era un pezzo di bravura. Conquistato il tie-break per 7 a 1 Federer non ha avuto più problemi se si eccettuano le uniche due palle break che ha però concesso quando ormai aveva proso il largo. Dopo un'ora e 55 minuti Federer poteva finalmente inginocchiarsi felice sulla terra del Roland Garros e dimenticare le amarezze (una semifinale e tre finali) che Nadal gli aveva inflitto. Il prossimo appuntamento è per Wimbledon dove l'anno scorso Nadal e Federer hanno giocato uno dei migliori incontri della storia. Pretendere un bis è eccessivo ma non si sa mai.

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