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Zarate: "Lazio per tutta la vita"

Mauro Zarate esulta

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In cuor suo Maurito ha già deciso: la sua parte l'ha fatta, adesso tocca agli altri. E la situazione è semplice: dare soldi, vedere Zarate. Tutto questo dovrà accadere entro il 15 giugno, non più tardi. «Non so se resto alla Lazio, la trattativa è a buon punto ma ci sono ancora dei passaggi da completare». Qual è il suo desiderio? «Io voglio restare alla Lazio, uno, due, cinque, dieci anni. Se il mio futuro dipendesse solo da me, io avrei già deciso: Lazio a vita. Ciò che potevo fare, l'ho fatto, adesso tocca agli altri». Perchè ha deciso di sposare la Lazio? «Per due motivi sopra ogni altra cosa. Amo Roma e i nostri tifosi: sono straordinari». Scelga i suoi gol più belli di questa stagione. «Il primo è quello realizzato nel derby: ho cercato di calciare molto forte, e con questi palloni è più semplice, sono leggeri, si spostano, per i portieri diventa difficile. Poi c'è il gol realizzato in campionato con la Sampdoria, poi la rete della finale di Coppa Italia: è stata la più importante, ma le altre sono più belle». Meglio vincere un derby o la Coppa Italia? «La coppa Italia. Il trofeo mancava da 5 anni, e vincere nella mia prima stagione in biancoceleste è stato perfetto. Sono più che soddisfatto, non mi aspettavo tanto anche se avrei potuto realizzare più gol, e ottenere risultati migliori in campionato». Che voto darebbe alla sua stagione? «Sei, forse sei e mezzo. Mezzo voto in più per il successo in Coppa Italia. Sono partito bene grazie anche all'affetto della gente che mi ha trasmesso tranquillità in una città difficile per il calcio come Roma. Mi sono ambientato subito, gli argentini sono italiani che parlano spagnolo, e anche il campionato qui è simile al nostro. In questi mesi sono cresciuto dal punto di vista tattico, difendo di più, aiuto maggiormente i compagni, vado anche in profondità. Sono cose che prima non facevo, sono migliorato grazie al lavoro personalizzato e alle indicazioni di Rossi». Un rapporto iniziato con la panchina contro il Benevento. «All'inizio non mi voleva, non mi conosceva. Poi la situazione è migliorata grazie ai gol...». Cosa pensa del derby? «E' bello, quando lo vinci». Cosa pensa di Totti? «Niente, di lui non parlo». L'avversario più ostico che ha affrontato? «Kjaer del Palermo: all'Olimpico non mi ha fatto toccare un pallone». I giocatori che più l'hanno impressionata? «Del Piero e Kakà sono di un'altra categoria, sono due giocatori fortissimi». Pandev potrebbe lasciare la Lazio. «Sarebbe una grossa perdita: tutti noi sappiamo quanto sia importante un elemento come Pandev». Il portiere più forte? «Frey della Fiorentina: tra l'andata e il ritorno ha fatto delle parate incredibili. Senza di lui avrei 6-7 gol in più classifica cannonieri». E il gol a Buffon in Coppa Italia con la Juve? «Bello anche quello, ma il ricordo migliore di quella notte è l'incredibile accoglienza dei tifosi all'aeroporto di Roma: è stata una grandissima sorpresa». Dicono che lei sia troppo individualista. «Amo i dribbling, ma mi piacciono solo quando portano a qualcosa di concreto». Come immagina il suo futuro? «Penso di restare qui per sempre. Alla Lazio sto bene, mi auguro di fare un campionato migliore rispetto a quello che sta per concludersi. Siamo andati al di sotto delle aspettative, non si possono perdere partite come quella di Firenze, oppure prendere tre gol in casa con il Chievo e quattro con il Cagliari, non è accettabile. Fosse per me rimarrei qui, e la mia famiglia è felice per la mia scelta. Mi trovo bene, mi piace Roma. Piazza di Spagna, Ponte Milvio, come posso esco a fare un giro: non amo restare in casa». Il suo rapporto con i tifosi della Roma? «Mi rispettano. Una volta stavo attraversando la strada, uno di loro mi ha riconosciuto, era in macchina e ha fatto finta di accelerare per mettermi sotto... ci siamo fatti una risata». Ci racconti il rigore decisivo in coppa Italia. «Ero l'ultimo, se avessi calciato fuori avremmo perso. Sono andato da Siviglia e gli ho detto: ora faccio il cucchiaio... lui mi ha supplicato di non farlo. Alla fine è andata bene. La maglietta celebrativa è stata spettacolare, bellissima». Deluso per la mancata convocazione in nazionale? «Mi dispiace non esserci, ma aspetterò ancora cercando di migliorare ulteriormente». Come si spiega la stagione di Carrizo? «E' tra i più forti portieri del mondo, ve lo assicuro: sono convinto, si riscatterà». Domani c'è la finale di Champions League. «Tiferò per il Barcellona, per il mio amico Messi, anche perchè Tevez ne ha già vinta una». Un messaggio per i tifosi della Lazio. «Ai tifosi dico che voglio restare qui. Se questo non dovesse accadere, mi dispiacerebbe, sarebbe davvero un peccato».

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