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Fioranelli e Flick per la Roma

Rosella Sensi

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{{IMG_SX}} «Eccoci». Vinicio Fioranelli e l'imprenditore austriaco Volker Flick (ramo secondario della nota dinastia tedesca) escono allo scoperto per la prima volta da quando il loro nome è stato accostato alla Roma. Si dicono pronti a comprarla, a farla grande acquistando campioni e costruendo un nuovo stadio, a rilanciare il suo nome nel mondo. Mentre i tifosi chiudono gli occhi e sognano, dall'altra parte della «barricata» la famiglia Sensi si chiude a riccio. Non si fida, attende altre garanzie da Fioranelli e al tempo stesso prova ad andare avanti senza passare la mano: ma le scadenze del piano di rientro dal debito di Italpetroli incombono e lasciano poco margine di manovra. «Il gruppo Fioranelli dispone dei fondi eventualmente necessari per l'eventuale acquisto della partecipazione riconducibile alla famiglia Sensi». È quanto si legge in una nota di Enrico De Santis, legale di Vinicio Fioranelli: comunicato «stimolato» dalla Consob dopo l'incontro di ieri negli uffici romani a via Martini dell'organo di controllo delle società quotate in Borsa. L'agente Fifa e il suo avvocato sono stati ascoltati dalla Consob per poco meno di due ore. E anche di questa «audizione» parla la nota dell'avvocato romano, diffusa a Borsa chiusa, che spiega come «Fioranelli ha fornito chiarimenti sull'interesse da parte della Fio Sports Group Ag, società di diritto svizzero riconducibile - oltre all'agente Fifa anche a Volker Flick - notissimo e qualificato imprenditore e professionista che con la sua alta esperienza e professionalità rappresenta un vero e proprio valore aggiunto, oltre che partecipe finanziario all'iniziativa». Ma di fatto la Consob ha preso atto che «non esiste» una cordata e che Fioranelli agisce per la Fio Sports Group Ag e quindi per se stesso. E non a caso nell'audizione, continua la nota, Fioranelli «innanzitutto ha ribadito la volontà del suo gruppo già espressa nella lettera del 15 maggio inviata alla famiglia Sensi. E per rispetto delle norme, degli azionisti e dei tifosi, nessuna azione della As Roma Spa è stata mai acquistata ad oggi da lui, dalla sua famiglia, o dal suo gruppo e qualsiasi ulteriore svolgimento delle trattative verrà reso pubblico ufficialmente. Confermiamo inoltre - conclude il legale - che il gruppo Fioranelli dispone dei fondi eventualmente necessari per l'eventuale acquisto della partecipazione riconducibile alla famiglia Sensi». A questo punto la Consob ha in mano tutto il materiale per adottare eventuali sanzioni, sia in merito alla vicenda-Soros dello scorso anno (il procedimento è ancora aperto) che a quella attuale. I Sensi rischiano un provvedimento per inadempienza nella comunicazione al mercato (le prime note ufficiali negavano manifestazioni di interesse per la società), mentre Fioranelli e il suo staff si ritengono soddisfatti dell'audizione di ieri mattina. Il meglio di sé l'agente Fifa lo ha dato sotto l'ufficio dell'avvocato De Santis in viale Mazzini, dove è stato intercettato dai cronisti dopo averli depistati uscendo da una porta secondaria della Consob. A quel punto Fioranelli ha vuotato il sacco spiegando lo stato di una trattativa iniziata a dicembre. «Sono molto sereno, abbiamo le carte in regola per andare avanti. Si sta bene a Roma, quindi ci resto volentieri. I tempi? Non abbiamo scadenze». Ma è già chiaro come, se i Sensi non dovessero aprire la porta, Fioranelli & Co. proveranno a forzare la mano: magari andando direttamente da Unicredit che finora ha seguito la trattativa con distacco e scetticismo. Quindi l'agente Fifa è entrato nel dettaglio sul futuro della Roma. «Questa storia dura da tanto tempo, prima o poi dovrà finire, ma non dipende dalla famiglia Sensi, quanto da noi. È un impegno che mi mette di fronte a grandi responsabilità nei confronti della città, dei tifosi, dei giornalisti. Queste cose non si fanno alzandosi una mattina. Stiamo valutando, vedremo, una decisione verrà presa. Il mercato? Se dovessimo prendere la Roma sappiamo quali sono le nostre responsabilità, pertanto non deluderemo nessuno». Ma intanto a Unicredit dicono di non aver mai visto Fioranelli & Co.. «Giusto - la replica dell'interessato - Unicredit dice sempre verità, non ho mai sentito dire bugie a una banca». Quindi sui Sensi: «Non ho parlato con loro, ho visto la famiglia in tv. Però mi sembra ci sia un comportamento sbagliato verso i Sensi che meritano un grande elogio da tutti i romani. Hanno dato tantissimo a questa squadra, non solo capitali importanti, ma anche passione, l'anima. Il fatto che non abbia parlato con loro non è perché non mi hanno cercato, ma solo perché ci sono degli obblighi, la Roma è una società quotata in Borsa e bisogna comportarsi con rispetto delle regole. Ma siccome mi sento un po' in colpa nei confronti dei Sensi, perché mi rendo conto sia una situazione non bella anche per loro, probabilmente un po' di chiarezza avrebbe aiutato. Siamo in una fase in cui dobbiamo fare le nostre valutazioni. E una volta avute le idee chiare si può fare chiarezza». In attesa di un «invito» dei Sensi al confronto diretto, si attendono ora le mosse di Unicredit che al momento starebbe continuando i suoi sondaggi per spingere l'affare-Roma su piste alternative. Solo ipotesi però, Fioranelli e Flick da ieri sono realtà. L'imprenditore austriaco, che coprirebbe buona parte della cifra investita nell'affare, ha finalmente un identikit: si occupa di ristrutturazioni aziendali, lavora con le banche centrali (tra queste la tedesca Deutsche Bundesbank) e con i suoi fondi è intervenuto in passato sul Borussia Dortmund. Adesso ha voglia di Roma.

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