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L'Inter campione d'Italia

Zlatan ibrahimovic abbracciato da Maicon

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Servito il poker. Per l'Inter è il diciassettesimo scudetto, ma soprattutto il quarto consecutivo. Massimo Moratti non è più il giocatore che, al tavolo del poker, si domandava inquieto chi fosse il «pollo», prima di avvedersi che il pollo era lui e che i rivali giocavano con le carte truccate. Passata la bufera di Calciopoli è tornata la normalità: non che gli arbitri non sbaglino più un fischio, però gli errori non sono indirizzati a senso unico come una volta, rimane quella sorta di soggezione verso il più forte, manca il connotato del beneficiario che vestiva il sobrio bianco e nero. Di questi quattro trionfi, uno soltanto può essere messo in discussione, secondo logica e vicende del campionato: quello della scorsa stagione, che la Roma avrebbe meritato, prima di cadere in depressione fino a dissolvere un giocattolo che si era guuadagnato unanime anmirazione. La novità è rappresentata dal titolare di quest'ultima impresa, lo «Special One» Josè Mourinho, un tecnico che aveva illustrato la sua carriera con i trionfi di Oporto e di Londra ed è giunto puntuale all'appuntamento milanese. Forse il suo gioco non incanta i palati fini, però i successi sono costruiti sulla capacità di gestire, di motivare e soprattutto di comunicare: un terremoto per la banale ipocrisia quotidiana. Magari non tutti apprezzano l'ironia, però sono con Rino Tommasi, quando afferma che per una conferenza stampa di Mou pagherebbe volentieri il biglietto. Altri artefici importanti, nel cammimo imperioso della stagione, su tutti quello Zlatan Ibrahimovic che sa unire la strapotenza atletica a colpi di genio da cineteca, quasi sempre risolutivi. Sul gradino più alto del podio merita l'onore dell'ex aequo Julio Cesar, in questo momento il più forte portiere del mondo, non inferiore al «monumento» Gigi Buffon. Le sue parate hanno prodotto punti a valanga, così come le volate di Maicon, la solidità mentale di Cambiasso e Zanetti, l'eleganza di Christian Chivu. Ai meriti del tecnico va aggiunto il coraggio di avere lanciatio nella mischia il bambino Santon, che nonostante la flessione nell'ultimo scorcio di stagione è già pronto per Lippi, mentre per Casiraghi sarebbe un lusso. Ma i trionfi si costruiscono anche sulla disciplina e sulla compattezza del gruppo, in questo senso l'Inter tricolore è un modello da imitare per chi ha in casa pargoli capricciosi.

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