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Tanto rumore e si trascura il presente

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Trattativeper la cessione della società, i comunicati di Italpetroli, le parole di Rosella Sensi, la crisi di gioco e di risultati e la contestazione dei tifosi. Tante componenti che, per ovvi motivi, rimandano al futuro prossimo. Ma qualcuno si sta preoccupando del presente? Certo, la chiacchierata tra Spalletti e Totti ieri mattina durante l'allenamento rimanda a tante possibili interpretazioni. La speranza è che si sia parlato di un nuovo patto per andare avanti, qualunque cosa accada alla Roma. Ma sapendo bene qual è l'intenzione attuale del tecnico - amareggiato per i rapporti con la società, pronto anche a stare fermo un anno rinunciando ai soldi fino al 2011, a patto che i contratti dei suoi collaboratori siano onorati - c'è poco da illudersi. E allora viene da chiedersi cosa accadrà da qui al 31 maggio, quando questo campionato si chiuderà. Ma qui c'è da fare una considerazione: se non ci sarà a breve una inversione di tendenza, anche il sesto posto scivolerà via. Il che significa niente Europa League, la vecchia Coppa Uefa. È vero, il sesto posto impone i preliminari il 30 luglio che non sono certo il massimo. Ma passare dalla lotta scudetto, dalla Champions League sicura, dalla vittoria della Coppa Italia al nulla, sarebbe davvero delittuoso. E allora, calma e gesso, dicevano i vecchi giocatori di biliardo. Da domenica a Cagliari ci vuole una reazione, una risposta d'orgoglio. Per i tifosi e per il futuro, di cui tutti parlano. Con o senza Spalletti, con o senza la famiglia Sensi, la Roma non merita di ripartire da zero. E per non correre questo rischio, adesso, proprio adesso, serve la reazione. Dei giocatori, innanzitutto. Perché a forza di parlare di passato e di futuro, ci si sta dimenticando del presente. Che vale tanto. Anche e soprattutto la possibilità di non essere rimpianto a breve.

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