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Petrucci, batti un colpo...

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Illusorioattendersi, dalle assise convocate al Foro Italico e aperte solo alla distribuzione dei posti, la traccia di un comitato olimpico protagonista in futuro di un rinnovamento radicale della pratica sportiva, decidendo di porre la stessa tra le massime esigenze della società, rivisitando interamente, partendo dalla scuola, il concetto di educazione e ponendosi come elemento strategico in termini istituzionali. Il vuoto dialettico che ha fatto da sfondo alla seduta elettorale non è dunque un viatico consolante. Eppure, senza rovesciare valori dominanti come le conquiste olimpiche, pane e companatico di ogni organismo che si rispetti, è possibile ipotizzare che Petrucci, alla sua ultima legislatura e quindi sottratto a ogni tipo di compromesso, anche politico, voglia e possa muoversi cambiando sostanzialmente marcia. Sa di doverlo fare per due motivi. Il primo per rispondere, agendo d'anticipo, alle inevitabili ripercussioni legate alla vicenda di cui è stato avventuroso protagonista, con la presentazione della candidatura, e poi con il ritiro della stessa, il senatore del Popolo della Libertà Paolo Barelli. Il secondo per riflettere come sul piano delle riforme reali il movimento sportivo italiano sia fermo al 1950, con le politiche d'investimento di Onesti e Zauli nell'impiantistica e nella promozione dei campionati studenteschi, e al 1969, con l'istituzione dei Giochi della Gioventù, nati e gestiti da Mario Saini, Virgilio Tommasi e Mario Vivaldi. A.F.

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