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I giallorossi: "Non è solo colpa nostra"

Rosella Sensi

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{{IMG_SX}}Un'ora di confronto che risolve poco o nulla. I tifosi della Roma accorrono a Trigoria per manifestare la loro delusione dopo l'ennesima sconfitta umiliante della stagione, ma alla fine tornano a casa insoddisfatti. E annunciano nuove proteste. Ieri pomeriggio circa duecentocinquanta romanisti, in rappresentanza di sei gruppi su sette della curva Sud (mancavano all'appello solo gli Ultras Romani) si sono ritrovati nel piazzale Dino Viola, a pochi passi dall'entrata del centro sportivo giallorosso che nel frattempo era diventato inaccessibile: due blindati di Polizia e Carabinieri e alcune transenne hanno impedito ai presenti di avvicinarsi all' ingresso. Alle 17, dopo due ore di attesa tra cori e insulti rivolti alla Roma tutta, c'è stato il faccia a faccia. Una delegazione di tifosi ha chiesto e ottenuto di entrare a Trigoria dove continua il ritiro blindato. A riceverla in sala stampa c'erano i «senatori» della squadra, da Totti e De Rossi a Panucci, Montella (per pochi minuti) e Pizarro, oltre al brasiliano Julio Baptista. Con loro anche Spalletti, il ds Pradè, il dt Conti e il dirigente Tempestilli. I rappresentanti della Roma hanno risposto alle varie accuse mosse dai tifosi, indicando nei troppi infortuni la causa maggiore dei risultati fallimentari. «Siamo delusi come voi» hanno riferito giocatori e dirigenti ai tifosi, manifestando la loro difficoltà nel decifrare un futuro societario al momento imprevedibile. «Come pensate abbiamo passato la Pasqua dopo aver perso il derby in quel modo?» ha aggiunto De Rossi. Totti, molto silenzioso, ha garantito l'unità del gruppo, mentre Baptista è stato descritto tra il sorpreso e il divertito per una situazione che non aveva mai vissuto. A Pradè sono state chieste spiegazioni sul mercato. Anche Spalletti ha provato a calmare le acque smentendo la sua voglia di cambiare aria. «Io rimarrei volentieri a Roma» avrebbe assicurato ai tifosi che dopo un'ora sono usciti tutt'altro che soddisfatti. Hanno fatto esplodere due petardi e continuato i cori di protesta. Nel mirino soprattutto la proprietà. Sul cancello del «Bernardini» è stata anche affissa una bandiera tedesca e accanto uno striscione contro la Sensi: «Rosella vattene». La contestazione proseguirà anche domenica. La curva Sud potrebbe restare deserta per almeno un quarto d'ora durante la partita con il Chievo. Nel piazzale antistante i cancelli di entrata dello stadio verrà improvvisato un torneo di calcetto tra i gruppi della Sud al motto «Quest'anno non avete giocato, allora giochiamo noi». In un clima così pesante la squadra cerca di preparare la gara di domenica. Una vittoria potrebbe convincere la Sensi a interrompere il ritiro, mal digerito da tutti. Si è bloccato Cassetti: oggi verrà valutata l'entità del nuovo malanno muscolare. Cicinho è rientrato dal Brasile, Aquilani si sta curando a Londra sperando di scongiurare l'operazione. Come Doni, che partirà oggi per il Belgio insieme al medico sociale Del Signore per farsi visitare da Martens. Lunedì De Rossi, Tonetto, Riise e Perrotta si sono presentati presso l'ambulatorio dello sport del «Gemelli» per la visita di idoneità. Le analisi sono state dirette dal professor Zeppilli, ex medico della Nazionale. Un segnale che conferma l'intenzione della società di affidarsi in futuro alla struttura ospedaliera e non più a Villa Stuart.

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