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Cuore Juve, l'Inter rinvia la festa

Inter-Juve

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Ammesso che fosse ancora aperto prima di ieri, d'ora in poi si continuerà a giocare per conquistare il secondo posto. La serata comincia nel modo peggiore per i nerazzurri, il cui pullman viene accolto da uova marce nei pressi dello stadio: l'autista deve anche pazientare un po' prima di poter entrare nell'impianto torinese. Poi, le solite urla becere contro Balotelli e la sua pelle scura: più logiche, a dirla tutta, quelle riservate a Ibrahimovic, il Traditore dell'estate 2006. Quando, per chi se lo fosse scordato, fece di tutto per lasciare la Juve appena retrocessa in serie B per accasarsi all'Inter. «Mi fischieranno – aveva facilmente predetto lo svedese alla vigilia – e non c'è nessun problema. Se fossi al loro posto, lo farei anche io: quando un giocatore importante come Ibrahimovic se ne va, è giusto che lasci rimpianti». Viva la modestia: però l'analisi era azzeccata. Pronti via e Mourinho manda in campo un ex o giù di lì: Figo non ne azzecca una, mentre dall'altro lato Balotelli (preferito a Cruz, quest'ultimo vero castigatore nei confronti della Juve: sette gol ai bianconeri da quando è all'Inter, più altri tre in precedenza) ingaggia un duello muscolare con Molinaro e qualche guizzo lo piazza. Al 10', proprio sui suoi piedi capita l'occasione più ghiotta del primo tempo: Legrottaglie e Chiellini non ne capiscono il taglio verso il centro dell'area, fortuna che Buffon è pronto nell'uscita e che il suo tocco permette a Tiago, autore di uno splendido recupero, di evitare che il pallone oltrepassi la linea. Si gioca e si lotta, come prevedibile: Farina ammonisce subito Figo, facendo capire di non ammettere toni eccessivi. Giusto così. Del Piero non appare in gran serata, idem Ibra. Attorno alla mezzora, però, qualche brivido arriva: Grygera sparacchia alto su punizione di Del Piero, poi Marchionni controlla male un servizio ancora del capitano e Julio Cesar è tempestivo nell'uscita. La Juve avanza a fiammate, l'Inter è più corale: una conclusione alta di Stankovic spaventa Buffon, bravo poi a chiudere lo specchio a un Figo prevedibilmente lento nello scatto. Zero a zero a metà gara, poche chicche vere ma tutto sommato anche poca noia: Julio Cesar e Buffon autori di un paio di uscite sbrogliatutto, i bulloni sono roventi in mezzo al campo (Poulsen solita palla al piede per la Juve, Muntari più attento in fase di copertura che altro) ma gli attaccanti ben controllati dalle opposte difese. E' chiaro che, vista la classifica, dovrebbe essere la Juve a fare di più la partita: l'Inter comunque non si rintana, accetta la sfida e del resto ha le spalle ben coperte dai dieci punti di vantaggio che le garantisce la classifica. Ranieri manda in campo De Ceglie per Molinaro con l'obiettivo di avere più spinta, ma passano una manciata di secondi ed è invece l'Inter che passa. Parte tutto da un colpo di tacco di Ibrahimovic in fase di disimpegno, il resto è cineteca pura: Stankovic di prima per Muntari, cambio di lato pressoché al volo e piattone vincente di Balotelli che stavolta non lascia scampo a Buffon. Giù il cappello e Juve che deve addirittura inseguire in casa: ci prova subito Del Piero, prima con una mezza girata e poi su punizione, quindi Marchionni si fa chiudere ancora da Julio Cesar in uscita. Ranieri gioca anche la carta Trezeguet ma, quando Balotelli irride la difesa bianconera e Tiago si fa cacciare con un rosso diretto, sembra calare il sipario. Ma la Juve si rialza con orgoglio, e in dieci riacciuffa il pareggio con un colpo di testa di Grygera. Uno a uno. L'Inter è a un passo dallo scudetto, la festa nerazzurra è rinviata. Mourinho lo sa e se la ride. «Che bello - dice a fine partita - vedere esultare gli juventini per un pareggio in casa con la loro squadra a dieci punti di distacco dalla vetta. Una grande soddisfazione per noi, abbiamo dimostrato ancora di essere i migliori».

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