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Il calcio non vuole crescere

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Mentreun'inchiesta della Gazzetta stabilisce che, secondo alcuni attendibili parametri, il calcio italiano non è certo il primo in Europa, le vicende che riguardano l'assetto della Lega confermano lo stato di crisi del nostro sport più popolare. Proprio in questa sede avevo cercato di sottolineare l'incapacità del calcio di produrre buoni e soprattutto nuovi dirigenti. Il valzer delle poltrone recitato per anni dai vari Carraro, Nizzola e Matarrese, che si erano passati i principali ruoli a disposizione (presidente della Federazione e della Lega) aveva lasciato in pista il solo Matarrese, che dopo aver recitato tutte le parti in commedia era rimasto aggrappato alla Lega nella speranza di non avere, per la sua esperienza, avversari pericolosi. Pare però che gli altri personaggi che Calciopoli aveva risparmiato non si siano trovati d'accordo per cui Matarrese non ha ottenuto la conferma cui ambiva. Addirittura retrocesso a semplice uditore nell'ultima riunione del Consiglio Federale, Matarrese ha potuto soltanto assistere a scontate e secondarie nomine di minore rilievo (Tavecchio, Macalli e Albertini). E' fin troppo evidente che, per quello che rappresenta, la Lega dovrebbe essere l'organismo più importante del nostro calcio. Tuttavia la qualità media dei presidenti di club che la compongono (molti distratti da problemi più importanti e spesso mal rappresentati dai loro sostituti) ha impedito alla Lega stessa di funzionare come sarebbe opportuno. Pare che alla fine si sia almeno capito che la direzione della Lega dovesse essere affidata a mani neutrali. Non andavano certamente bene quelle di Adriano Galliani come quelle del compianto Franco Sensi, ma anche quelle di Tonino Matarrese non erano candide non per i legami famigliari con il Bari (che sta tornando in serie A) ma in quanto considerate emanazione dei poteri forti (le milanesi, la Juventus, forse la Roma). Se mi è consentito fare un pronostico penso che alla fine Matarrese riuscirà ad ottenere la riconferma ma temo che il nostro calcio non riuscirà mai a crescere. Lo prova il fatto che il problema degli stadi di proprietà, antico ed inutile cavallo di battaglia di questa rubrica, sta ottenendo soltanto ora un po' di attenzione.

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