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Il barese fuori? Lippi ci deve una risposta

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Perme è il tecnico che sceglie il meglio del campionato cercando di realizzare una squadra-tipo da portare all'evento in programma (Mondiale 2010) senza peraltro rinunciare alle «offerte» più eclatanti dell'attualità. Soprattutto quando queste riguardino assenze o miglioramenti nei ruoli chiave. Appena arrivate le convocazioni, domenica sera, sono stato il primo a sottolineare - al Tg2 - la discutibile assenza di Antonio Cassano, il fantasista/concreto che manca al gruppo di Lippi, l'erede (oso dire) di Totti e Del Piero. Il «no» al sampdoriano che da giocatore problematico e inaffidabile è diventato - tecnicamente e umanamente - l'assoluta rivelazione del campionato, era fatalmente accentuato dalla convocazione di Pazzini, lussuoso e incredibile «scarto» della Fiorentina al mercato di gennaio: questi è rinato a Genova a suon di gol (undici fra campionato e coppe) «suggeriti» dai piedi magici di Cassano che oltretutto gli aveva promesso una maglia azzurra, sperando evidentemente anche nella propria. È così che questo rifiuto è diventato un caso, una provocazione, una scelta tanto incomprensibile da meritare - mi perdoni Lippi - una minima spiegazione. In passato, da Bearzot (no a Beccalossi e Pruzzo), a Sacchi (una vera e propria rivoluzione tattica che coinvolse molti «piedi buoni»), a Trapattoni (Gilardino e Baggio), allo stesso Lippi (Panucci) qualche chiarimento è arrivato. Stavolta no, e non è tanto la forma del diniego che colpisce quanto la sostanza: per quel che mi riguarda, se difendo l'utilità di Cassano non faccio geopolitica, pur sapendo che Bari, assente «Antò», non sarà tenera con la Nazionale nel match forse decisivo con l'Irlanda di Trapattoni, ma ritengo indispensabile alzare il tasso di qualità della squadra. Come spesso capita, le opinioni di chi critica possono restare tali e aprire solo un confronto con le ferree decisioni di Lippi, al quale auguro sinceramente di procurarmi un'immediata smentita prima con il Montenegro poi con gli irlandesi. Trapattoni che ci guarda con interesse da lontano e sta studiando di batterci con le nostre stesse tradizionali armi felicemente importate in Irlanda. Ecco perchè per l'Italia - campione del Mondo in carica - l'esame di Bari diventa importantissimo se non decisivo. Anche per dimenticare Cassano, come vorrebbe il commissario tecnico Marcello Lippi.

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