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POGGI «Bufala» solo nella Capitale

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PaoloPoggi, da buon veneziano, ha contraddistinto la sua carriera con l'andamento tipico delle onde. Il punto più basso lo ha toccato presumibilmente nella capitale, dove ha rischiato di annegare sommerso dalla classe di Totti, Montella, Batistuta, Balbo e Delvecchio. Era l'estate del 2000 quando, dopo cinquanta reti con l'Udinese, Poggi approdò alla corte di Fabio Capello. In giallorosso, però, collezionò appena undici presenze. Gol? Neanche a parlarne. Tanto da essere spedito al Bari prima che la Roma ultimasse la prorompente cavalcata scudetto. Da quel momento, per l'attaccante soltanto esperienze di minor prestigio, seppure apprezzabili. Il meglio di sé lo ha dato tornando a Venezia, la squadra con la quale ha iniziato la carriera e con la quale conta di poterla chiudere. Senza fretta. Nonostante abbia appena compiuto trentotto anni, infatti, Poggi continua a calcare i campi della Prima divisione, e a segnare. L'ultimo gol, in ordine di tempo, lo ha siglato su rigore alla Reggiana l'8 febbraio scorso. «Non riesco a smettere – continua a ripetere – il gol è ancora oggi lo scopo della mia vita». Per carità, ha anche altri interessi: «Da buon veneziano adoro il mare, ma anche la montagna. Il tempo libero lo passo a pescare e a girare in bicicletta. Mi piacciono le barche e le auto veloci». Prima o poi, però, arriverà il momento di cambiare mestiere: «Credo che resterò nel mondo del calcio».

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