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Le lacrime di Totti: «È una coltellata»

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{{IMG_SX}}Incubo. Maledizione. Ingiustizia. La Roma esce nel modo più crudele dalla Champions dopo aver assaporato una vittoria che sarebbe stata un'impresa per le condizioni attuali della squadra. Ai tifosi torna in mente la notte tremenda del 1984 contro il Liverpool. E piangono. Come i giocatori, distrutti dopo il tiro alto di Tonetto. Totti che cammina disperato verso la curva Sud è l'immagine di un campione che vede in lontananza l'epilogo della sua straordinaria carriera e si chiede se gli ricapiterà mai un'occasione del genere. Quando lascia l'Olimpico è uno straccio. Nelle sue parole c'è il sentimento di tutto il popolo giallorosso. «Era meglio perdere 3-0 - dice Totti - così è una coltellata». Dritta al cuore. Bruno Conti sul campo è stato il primo a consolare Tonetto. Lui ci è già passato, ma fa male lo stesso. «È un dispiacere immenso - racconta il terzino - tutti i compagni mi hanno fatto delle carezze nello spogliatoio, ma non cancellano la mia delusione». Tonetto non si dà pace. «Non siamo riusciti a fare il 2-0, poi la maledetta lotteria dei rigori ci ha castigato un'altra volta». L'Olimpico straordinario di ieri meritava molto di più. «Sì, ci dispiace per la gente che ha tifato dall'inizio alla fine, siamo orogliosi di loro e di come abbiamo giocato. Ci abbiamo messo cuore, l'Arsenal era alle corde: hanno sparacchiato più volte la palla perché avevano paura. Qualificazione meritata? All'andata loro sfortunati, oggi noi, c'è stato grande equilibrio» chiude Tonetto. Diamoutene, lo straordinario Diamoutene che ieri sembrava un veterano della difesa, è scoppiato in lacrime dopo aver pregato in mezzo al campo mentre i suoi compagni giocavano alla roulette russa dei rigori. «Sì - racconta il maliano - ho pregato. Siamo molto dispiaciuti, ci tenevamo tanto, purtroppo una delusione del genere fa parte del calcio». Fanno festa gli inglesi, l'Italia tutta è in ginocchio. «Ma in questo verdetto complessivo europeo - continua Diamoutene - c'è anche tanta cattiva sorte. La Juve col Chelsea è stata sfortunata per l'espulsione di Chiellini. Noi lo stesso. L'unico rammarico è che nella gara d'andata potevamo fare meglio». E adesso il compito più duro: ripartire. «Ora dobbiamo solo pensare a qualificarci per la prossima Champions» chiude il difensore. Anche Brighi prova con fatica a voltare pagina. «Dobbiamo mettere tutte le energie che ci sono rimaste in corpo sul campionato. Le assenze? Non solo un alibi - dice il centrocampista - tutti quelli che sono scesi in campo hanno dato tutto». La stagione sembra sempre più segnata da una sorta di maledizione. «Abbiamo perso la Supercoppa ai rigori - ricorda Brighi - e ora salutiamo la Champions nello stesso modo. Un destino crudele. Meritavamo di passare, abbiamo fatto meglio dell'Arsenal. Nello spogliatoio c'era poca voglia di parlare dopo la partita, ma adesso bisogna ripartire». Anche per Alberto Aquilani è stata una serata amara. Dal rigore segnato in cui ha scaricato tutta la sua frustrazione per gli infortuni alla sconforto quando ha visto il pallone di Tonetto volare in cielo. Quando è entrato in campo dal pubblico ha sentito un «particolare» mormorio: «Mi dispiace - spiega Aquilani - ma io per riconquistare la fiducia di tutti i tifosi voglio restare alla Roma. A amaggior ragione dopo una serata del genere. Motta ha giocato un'altra grande partita, «ma avrei preferito fare male e passare il turno» dice il difensore.

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