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Nel fiume di parole pronunciate martedì in un'intervista radiofonica, l'accenno di Flavio Briatore ai costi eccessivi della Formula Uno era passato quasi inosservato

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Eallora ci ha pensato il suo boss, Patrick Pelata, dg della Renault, a rendere più esplicito il concetto. «Stiamo tentando di contenere costi contrattuali e aumentare i ricavi provenienti da diritti televisivi, tasse e sponsor», ha detto nel corso del Salone dell'auto a Ginevra. In caso alternativo, ha spiegato Pelata, «la permanenza in Formula Uno non è un tabù». Quando il «caso» Honda non ha ancora trovato una soluzione - anche se Ross Brown nel corso della conferenza della Fota fissata per oggi a Ginevra dovrebbe annunciare il nome del misterioso compratore - si apre quindi un nuovo fronte nella crisi del mondo automobilistico. Crisi economica, non sportiva, perchè proprio ieri la Renault ha mostrato tutta la sua competitività in pista nei test di Jerez, dove Alonso è stato il più veloce davanti a Raikkonen e Heidfiel su Bmw. La ricetta per risolvere i problemi, oltre ad aumentare i ricavi, è quella suggerita da Briatore: tagliare costi e personale, ridurre i team da 700 a 200 addetti per spendere al massimo 70-80 milioni di euro. Impossibile, altrimenti, giustificare anche all'opinione pubblica l'esosa partecipazione alla Formula Uno mentre i governi di tutto il mondo elargiscono fondi per salvare la case automobilistiche. Oggi, intanto, a Ginevra si terrà la conferenza stampa della Fota, l'associazione che riunisce i team del circus sotto la presidenza di Luca di Montezemolo. Si tratta della prima uscita ufficiale dell'organizzazione, costituitasi l'anno scorso, e servirà sostanzialmente per esporre le idee dei vari team per aumentare la spettacolarità delle quattro ruote. Sul tavolo modifiche al format delle qualifiche, cambi di gomme obbligatori, possibilità per i tifosi di accedere ai dati dei team, a partire dalle comunicazioni via radio tra box e piloti. «Queste idee - hanno spiegato i vertici della Fota - vogliono rendere la Formula Uno commercialmente sostenibile e più interessante per gli spettatori».

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