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L'Arsenal non sa più segnare

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Comprare tutto e subito: dalle loro parti funziona ancora così. Ha bisogno di entusiasmarsi l'Arsenal, che ieri ha pareggiato contro il modesto Sunderland. La squadra di Anton Ferdinand, fratello del più famoso Rio, e del bomber francese Cissè che ieri non c'era. Alla fine uno 0-0, il terzo consecutivo in campionato, tanto triste quanto la classifica dell'Arsenal: quarto posto, ora occupato dall'Aston Villa, a sei punti e la vetta lontanissima. Così per la squadra di Wenger la sfida di Champions League con i giallorossi è diventata una priorità, anche se l'obiettivo più realistico è la Fa Cup. Ieri era il primo giorno da «Gunners» per il neo-acquisto Andrey Arshavin. Un debutto incoraggiante, ma a Spalletti poco importa. Il fantasista russo non può infatti essere impiegato in Champions League avendo già partecipato alla fase a gironi con lo Zenit San Pietroburgo. I «ragazzini» di Wenger non fanno più tanta paura. Solo un anno fa eliminarono il Milan campione d'Europa, ora sono una squadra senza identità privata dei suoi leader persi per infortunio. L'assenza di Fabregas e Adebayor si fa sentire eccome, quella di Walcott pure. Bendtner e Denilson sembrano ancora troppo acerbi per sostituirlo. L'Arsenal di inglese ha solo il nome. Né un giocatore in campo, tantomeno la cattiveria agonistica di Liverpool e Manchester United. Anche lo stadio è meno «oppressivo» rispetto all'Old Trafford. L'Emirates è comunque un gioiello architettonico ricco di servizi. I tifosi lo raggiungono ordinati con la metropolitana, fianco a fianco con quelli ospiti che sono liberi di cantare e mostrare le sciarpe. Allo stadio, rigorosamente non-smoking, si può mangiare, scommettere, la partita si vede benissimo. Qui è la normalità, in Italia un modello che qualcuno raggiungerà tra qualche anno. La partita di ieri sta tutta negli errori in zona-gol dell'Arsenal visto che il Sunderland ha rinunciato a giocare. Sfortunato in avvio Arshavin: un palo e un miracolo di Fulop a negargli il gol. Poi tanti, troppi errori in serie dei vari Van Persie, Bendtner, Toure e Vela. «Non so cosa avrà pensato la Roma - ha detto l'allenatore dell'Arsenal - si sarà stupita di vedere che il calcio inglese è anche questo. Martedì loro proveranno a sorprenderci con Totti che un attaccante ben diverso da Jones... Ma i miei sanno che quando affronti una squadra come i giallorossi è come una battaglia che non puoi perdere». Wenger scommette su Denilson: «Sarà il nostro giocatore chiave contro la Roma». Bisogna credergli, ma a Spalletti faceva molta più paura Cristiano Ronaldo.

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