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Cara Befana portaci la serie A con 18 squadre e playoff

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Lo faccio ora ben sapendo che le probabilità di essere accontentato sono minime e non solo perché la Befana, con i tempi che corrono, non credo abbia lo sport tra i suoi interessi prioritari. Comincerò con il calcio citando punti e formule che i lettori di questa rubrica ben conoscono. Non mi illudo che la serie A possa di nuovo avere (come le ha avute per 30 stagioni della sua storia) 16 squadre ma tornare alle 18 mi sembrerebbe un primo incoraggiante passo. Mi piacerebbe che gli arbitri venissero designati per sorteggio, che un arbitro romano o milanese possa arbitrare Roma-Milan senza creare polemiche o sospetti, spero che il partito della moviola in campo non riesca mai a vincere le elezioni. Vorrei che venissero introdotti i playoff e (ma qui scado nell'utopia) che venisse abolito il pareggio. Naturalmente bisognerebbe che i proventi della TV venissero divisi in parti esattamente uguali e non con la formula mista che è in fase di studio. Infine vieterei lo scambio di giocatori durante la stagione e tra squadre dello stesso campionato. Vorrei che il basket si sdoganasse dal calcio dal quale ha copiato a suo tempo il sistema di classifica ed assegnasse quindi un punto per ciascuna vittoria e non due visto che il pareggio è stato abolito più di 30 anni fa. Mi piacerebbe anche che la Lega introducesse il misuratore ufficiale anziché lasciare l'altezza dei giocatori (un dato tecnico particolarmente importante in questo sport) ad una poco affidabile autocertificazione. Nel pugilato, dove regna l'anarchia, svanita la speranza di abolire che varie sigle limiterei la definizione di campione o campionato del mondo solo agli incontri ed ai pugili che davvero la meritano. Vorrei che il Coni invitasse le varie federazioni sportive ad utilizzare per le rappresentative nazionali solo atleti di autentica e completa formazione italiana. Un importante dirigente mi ha rimproverato perché nel mio intervento della settimana scorso mi ero occupato soprattutto di Camoranesi e di Amauri. Mi pareva di avere allargato il discorso facendo riferimento ai molti nazionali di hockey su ghiaccio e di rugby che parlano a stento la nostra lingua ma per essere più chiaro ricordo che 40 anni fa sono stato decisamente contrario all'utilizzazione di Martin Mulligan nella nostra squadra di Davis. Le norme di molte federazioni internazionali consentono licenze e sconfinamenti di ogni genere ma non stabiliscono un obbligo quindi in nazionale facciamo giocare solo italiani veri. Ci sono tante altre cose che vorrei chiedere alla Befana ma non vorrei esagerare. Anche se solo uno dei miei desideri sportivi si avverasse sarei ugualmente soddisfatto ma temo che la Befana la mia letterina non le leggerà.

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