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E al Cibali la corrida continuerà

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Si sono beccati una bella multa, altro che assoluzione piena come dall'alto della sua scuola di diritto avrebbe preteso Pietro Lo Monaco, magari anche con qualche gratificazione verbale, come un attestato di srima da parte delle istituzioni. Di fronte a certe realtà, e a certi atteggiamenti di chi dovrebbe governare il nostro sport più popolare non resta altra difesa se il rifugio nell'ironia e nel paradosso, lo sbalordimento ormai è merce da bancarella rionale, ci vuole perfino sommesso pudore per esprimerlo senza suscitare scettico compatimento. Dunque si potrà tranquillamente continuare a giocare, in quello stadio dove il bordo campo è più affollato delle tribune, dove i giocatori ospiti ricevono assidue minacce, messaggi di stampo mafioso e magari qualche illecito contatto fisico di troppo. Ma la nostra giustizia sportiva non è soltanto orba, referti degli ufficiali di gara compresi, ma brilla per le sue procedure pachidermiche. Penso che gran parte degli appassionati di calcio sia convinta che su quel turpe pomeriggio del maggio scorso al Cibali siano già state emesse sentenze motivate e ricche di convincenti dettagli. Niente di tutto questo, sono dei giorni scorsi ulteriori interrogatori di parti interessate romaniste, come Spalletti e Pradè, forse per l'autunno prossimo si potranno conoscere le valutazoni dei giudici, che hanno riabilitato i tempi, già di proporzioni ciclopiche, della giustizia ordinaria. E naturalemte sarà saldo al suo posto quel signor Lo Monaco (Monaco di Baviera? Gran Premio di Monaco? Monaco tibetano? grandissimo Mourinho) che da un paio di anni afferma di voler lasciare questo mondo che non gli appartiene, non mi sembra che il calcio nazionale faccia qualcosa per trattenerlo, magari arriveremo perfino a questo. Matarrese afferma che di tutte le irregolarità del Cibali parlerà con il presidente Pulvirenti, probabile che ne esca uno sketch degno di un cabaret di borgata. Voci dalla dirigenza di Trigoria: non pervenute. Buon Natale, nonostante tutto.

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