Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Quella sudditanza psicologica senza bandiere

default_image

  • a
  • a
  • a

C'entra poco la direzione arbitrale, invece, nella figura barbina che la Roma ha confezionato con le proprie mani a Catania, presenza impalpabile per un'ora e un quarto, tre gol concessi a rivali che potevano rimpiangere anche altre occasioni mancate. Giustizia ha voluto che quei quindici minuti finali abbiano soltanto avviato una disperata rimonta, inutili i gol di Vucinic e Menez, la Roma non avrebbe meritato neanche il premio di un pareggio che avrebbe modificato di pochissimo la sua classifica, attualmente segnata in negativo dal ritorno nella colonna di destra. Appena mezz'ora è durata la partita di Totti, guaio muscolare del quale occorrerà valutare l'entità: perché, anche se il risultato era ancora in equilibrio, la Roma stava comunque offrendo la più orrenda delle sue esibizioni stagionali. L'aggressività che avrebbe dovuto animare i romanisti, nel ricordo dei turpi episodi della stagione scorsa, ha invece animato soltanto i siciliani, difesa romana inguardabile, i nervi di Mexes e i tempi di reazione da lumaca di Juan, gli altri hanno fatto poco di meglio. Se si vuole cercare una chiave interpretativa, inevitabile il riferimento allla troppa attenzione dedicata in settimana esclusivamente all'Arsenal, e a qualche euforica celebrazione di troppo. Per dare corpo a speranze di gloria che sono tornate ad affievolirsi, è sperabile che la pausa aiuti a recuperare serenitià ed equilibri, fattori fondamentali. Gianfranco Giubilo

Dai blog