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Dario Nicolini La ...

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L'Inter in Europa non c'è, ancora. E la cosa fa paura, visti anche i precedenti. E calcolando che al Werder ultimo in classifica del girone mancavano Diego, Naldo e Hugo Almeida. Non poca cosa. Ci si attendeva una risposta soprattutto dai due laterali offensivi Mancini e Quaresma: i campioni del mercato nerazzurro che però finora sono anche state le due maggiori delusioni della squadra di Mourinho. Il primo tempo è noioso, le occasioni mancano eccome. Al 15' la prima: tiro dal limite di Pizarro deviato in angolo da Cordoba. Subito la risposta dell'Inter con Adriano, anticipato in uscita da Wiese. Ozil non è Diego, forse è ancora meglio. E' bravo e fa la differenza nel breve. Rosenberg invece non è proprio in giornata. Anche perché Cordoba lo è, e molto, e per lui di spazio, e soprattutto di tempo vista la velocità del difensore colombiano, ce n'è davvero pochissimo. Quaresma ne ha di più, ma al tiro è un disastro. Al 34' sparacchia malamente fuori una buona occasione, proprio come fa Ozil qualche minuto dopo. Il Werder però cresce, etra la fine del primo tempo e l'inizio ripresa alza ritmo e baricentro di gioco. Il pericolo si chiama sempre Pizarro, di testa su corner come di sinistro, alto, su incursione da sinistra di Ozil. L'attacco dell'Inter è nullo: lento, impacciatissimo, prevedibile. Il 4-3-3 tanto sognato da Mourinho è da sonno: zero pericoli, nessuna emozione. Neanche l'ingresso di Ibra per Adriano cambia granchè. Il Werder vuole almeno l'Uefa, l'Inter nella ripresa si scioglie, o forse si congela del tutto. Di fatto la chance migliore ce l'ha Burdisso, pessimo in difesa, su colpo di testa. Poi è tutto Werder. Non solo al 18', quando un bel tiro di Ozil, respinto centralmente da Julio Cesar, viene trasformato in gol dall'opportunismo di Pizarro. Anche dopo, con Ozil scatenato e Julio Cesar sempre più protagonista, suo malgrado. Hunt sfiora il raddoppio, l'Inter sembra un pugile suonato, incapace di reagire. E di sfruttare occasionissime un po' casuali come quella che ha Balotelli sulla testa a dieci minuti dalla fine. E allora la punisce Ozil, con un assist solo da spingere in porta per Rosenberg. La prodezza di Ibra è fine a sé stessa: destro a fil di palo. In un girone facile, che doveva dominare, l'Inter riesce ad arrivare seconda complicandosi la vita in prospettiva. La risposta d'orgoglio chiesta da Mourinho non è proprio arrivata, e se i nerazzurri di Champions sono questi meglio lasciar perdere e concentrarsi sul campionato.

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