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Tiziano Carmellini [email protected] Sì il ...

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Il capitano giallorosso ha preso per mano ancora una volta la «sua» Roma tornando a livelli molti vicini a quelli che lo hanno fatto diventare uno dei giocatori più forti d'Italia: probabilmente il migliore. Certo, in quanto a condizione atletica Totti non è ancora al top, ma basta averlo all'80/70 per cento per vedere la squadra giallorossa trasformarsi. E c'è molto di lui in questa Roma ritrovata che sembra aver smaltito le tossine di una crisi che aveva messo in dubbio tutto: anche le capacità e il recupero di un campione indiscusso che ha legato indissolubilmente la sua vita alla sponda giallorossa della Capitale. Dopo un avvio di stagione disastroso con lui in campo la Roma ha ottenuto cinque vittorie: contro il Chelsea (gara che ha di fatto riaperto il cammino in Champions dei giallorossi), nel derby con la Lazio (è stata questa probabilmente la partita della svolta). Quindi con Lecce, Cluj (e qui si è aperta la possibilità di passare come primi nel Gruppo A di Champions) e Fiorentina: match che ha fatto suonare il campanello d'allarme nella testa di molti e ridato alla Roma la consapevolezza di essere ancora la squadra bella e veloce della scorsa stagione. Ed è impossibile pensare a una Roma vincente senza il capitano in campo. Già, perché ancor più della scorsa stagione, quest'anno la squadra di Spalletti si è ritrovata Totti-dipendente: è lui il punto di riferimento in mezzo al campo, ma anche fuori. Collante di un gruppo che ha rischiato di sfaldarsi prima di ritrovare quella unione d'intenti decisiva per continuare a dire qualcosa nel calcio che conta. Spalletti, bisogna riconoscerlo, ci ha sempre creduto. Non ha mai smesso di pensare che il «suo» capitano fosse un giocatore dal quale è difficile prescindere: impossibile in una realtà come quella romana fatta di gioco sì, ma anche di voglia, stimoli e carattere. Ma Totti è essenziale anche dal punto di vista tattico: perché quelli come lui li puoi far giocare davvero ovunque. Così, quando sale la condizione atletica, Totti può tornare indietro a prender palloni e distribuirne di «stellari» ai compagni: probabilmente ancora una delle cose che gli riescono meglio. Senza però dimenticare la sua propensione al gol confermata anceh domenica scorsa all'Olimpico contro la Fiorentina dove ha realizzato la sua rete numero 169. E quel dito in bocca con lo sguardo al cielo, sta tornando ad essere un incubo per molti e un viatico per tutti gli altri. È la «cura Totti»... e a Roma fa miracoli.

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