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Lazio, riscatto senza Rocchi

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Il tecnico biancoceleste è costretto a rinunciare agli squalificati Radu e Ledesma e agli indisponibili Siviglia, Matuzalem, Firmani e Del Nero. C'è Kolarov che recupera in extremis dopo il pestone rimediato durante la sfida infrasettimanale disputata con la nazionale serba. Torna titolare il brasiliano Cribari che giocherà nel cuore della difesa accanto a Rozehnal: i due dovranno cercare di arginare le giocate del «principe» Milito. Lichtsteiner inamovibile, De Silvestri ancora dietro alla lavagna. L'allenatore affiderà le chiavi del centrocampo a Dabo, con Brocchi e Meghni pronti ad affiancarlo sulla mediana. In avanti spazio a Zarate, Pandev e Foggia. La squadra giocherà col lutto al braccio per ricordare il giornalista Sandro Curzi, grande tifoso laziale. «Rispetto al derby dovremo mettere in campo uno spirito differente - dichiara Rossi - il Genoa è una diretta concorrente, verranno all'Olimpico a giocarsi la partita. La squadra di Gasperini va meglio in casa: sono un ex, e so che giocare a Marassi ti dà sempre qualcosa in più, il fattore campo ha il suo peso». Lazio-Genoa sarà anche la sfida tra il capocannoniere del campionato e Maurito Zarate, il miglior talento che il calcio italiano ha espresso in questo avvio di stagione. «Milito? È un giocatore importante - continua Rossi - lo volevo ma ha un ingaggio fuori dalla portata del nostro club. Vincere vorrebbe dire proseguire nel nostro cammino: un risultato negativo non può toglierci sicurezza nei nostri mezzi tecnici, nelle nostre capacità». Il tecnico spera di cancellare al più presto la parentesi derby, una partita che rischia di compromettere quanto di buono la squadra laziale ha fatto fino a questo momento. «Approccio sbagliato? Lo scorso anno avevamo il problema inverso e dicevano che sbagliavo le sostituzioni, quest'anno la squadra esce alla distanza e si dice che inizia a giocare troppo tardi. L'unico dato reale è che la squadra ha una buona tenuta atletica ed è ben allenata. Dobbiamo trovare continuità di rendimento altrimenti non cresciamo mai». I biancocelesti sono a un bivio: vincere per continuare a sognare o perdere e annaspare nell'anonimato. Il pareggio vale una sconfitta, oggi non si può sbagliare.

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