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Ronaldinho castiga l'Inter

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Il successo giallorosso porta la firma dei giocatori della Seleçao. Decisivi in zona gol e per difendere il risultato quando la paura ha preso il sopravvento. Da domenica sera la curva Sud ha un nuovo idolo, la Bestia, che finora aveva fatto impazzire i tifosi più per il soprannome che per le giocate in campo, Bordeaux a parte. Julio Baptista come Mancini: un gol contro la Lazio per entrare nel cuore della gente. Tacco o testa, il derby è roba da brasiliani. Ovunque si giochi. Quest'anno a Milano lo ha deciso una zuccata di Ronaldinho, a Torino ci ha pensato il solito Amauri. L'altro ieri il terzo indizio che fa una prova nella stracittadina più sentita. Grazie a Baptista, protagonista indiscusso, ma anche ai connazionali Doni e Juan. Dopo sette partite in cui ha sempre incassato almeno un gol, stavolta la Roma ha chiuso la gara imbattuta. Il portiere, incerottato per l'occasione, si è prima divertito a giocare diversi palloni con i piedi, vincendo il derby a distanza con Carrizo: la «gambeta» l'ha usata solo il romanista. Poi con due parate decisive ha permesso alla squadra di portare a casa il bottino pieno. Positiva e attenta la prestazione di Juan che quando sta bene ha pochi rivali nel suo ruolo. Con la vittoria i brasiliani giallorossi hanno ritrovato anche la voglia di parlare. Il silenzio stampa è finalmente una pagina chiusa. «Vincere una partita in questa maniera è meraviglioso - racconta Julio Baptista - è stato un grande derby che ha regalato alla squadra un motivo in più per dare una svolta al campionato». Spalletti lo ha aspettato dopo i due infortuni di inizio stagione e lo ha rilanciato nella gara più delicata. «Domenica - prosegue l'attaccante a Centro Suono Sport - ero al settanta per cento perché altrimenti nel secondo tempo avrei avuto più forza e segnato il secondo gol. Per i giocatori che vengono da fuori bisogna avere pazienza, in particolare con Menez che è molto giovane». Anche Doni si gode un successo dopo aver limitare i danni per tante, troppe partite. «Il derby più bello, secondo me, è stato quello del record delle undici vittorie - racconta il portiere a Sky - però questo è stato molto importante per noi. La parata più difficile? L'ho fatta sul tiro di Pandev, perché sono riuscito a restare in piedi». In città è tornato l'entusiasmo, anche la squadra ora ci crede. «Se torniamo a vincere sempre, come facevamo prima, possiamo cominciare a pensare a dove possiamo arrivare. Per la Champions League siamo messi un po' meglio e il nostro obiettivo per adesso è passare il turno. Dopo il Chelsea - chiude Doni, unico dei brasiliani romanisti convocato da Dunga per l'amichevole col Portogallo - è tornata la fiducia, quindi contro la Lazio eravamo tutti convinti di vincere questa partita». Avevano ragione, come i bookmakers.

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