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La signora Carrizo racconta JP «Si é tuffato nel mio cuore»

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Il destino li ha fatti conoscere da piccoli - frequentavano la stessa scuola a Empalme Villa Constitucion - perderli di vista per poi farli ritrovare molti anni dopo grazie ad una cena organizzata da ex compagni di scuola. Quella notte si son guardati in modo diverso, come se fosse la prima volta: da allora non si sono più lasciati. Una storia importante coronata con la nascita il 3 giugno 2008 di Delfina, la loro bambina di appena cinque mesi. «Crediamo nel destino sia io che Juan Pablo e pensiamo che tra noi le cose dovessero andare esattamente come sono andate. Ci conosciamo dall'età di cinque anni, praticamente da sempre e dopo esserci persi di vista dalle scuole medie, ci siamo ritrovati quando meno ce lo aspettavamo: la vita è così, imprevedibile, non sai mai cosa aspettarti. In quel periodo vivevo da sola a Santa Fe, lo avevo visto giocare in televisione qualche volta e avevo chiesto di lui agli amici, ma non c'era stata più occasione per incontrarlo. Poi la cena organizzata da nostri ex compagni di scuola: lì ci siamo rivisti e qualcosa è scattato. Mi sono sentita diversa nei suoi confronti, come se non ci fossimo mai persi ed è stata una sensazione bella che non avevo mai provato prima». Poi che cosa è successo? «Da lì abbiamo ripreso i contatti, ci siamo scambiati i numeri di telefono iniziando a sentirci e a chattare su internet. La cosa buffa è che lui dopo mi ha confessato di essere stato da sempre innamorato di me, fin da quando era piccolo a scuola, solo che si vergognava e non me lo aveva mai detto. Io non avevo mai pensato a lui in un altro modo, mi era simpatico, lo vedevo in televisione e mai avrei immaginato di piacergli da sempre, con tutte le donne che poteva avere. Ci siamo fidanzati dopo un mese, poi sono andata a vivere a Buenos Aires: da allora non ci siamo più lasciati. Penso che Juan Pablo sia arrivato al momento giusto per me, stavo passando un periodo particolare per vari motivi e lui è stato speciale fin da subito. Mi sono innamorata non solo del suo aspetto fisico, ma soprattutto del suo modo di essere». Come è cambiata la sua vita da quando siete in Italia? «È cambiato tutto. Paese nuovo, gente nuova e soprattutto abitudini nuove con la mia famiglia lontana. All'inizio non è stato facile, ma ora va meglio e mi sto ambientando. Il ruolo come compagna di un calciatore é difficile, cerco di fare la moglie ed ora di fare bene anche la mamma. Non ho molti amici qui, i miei affetti sono in Argentina e sono spesso sola, ma l'amore ti fa fare questo ed altro. A gennaio verrà prima mia madre, poi la famiglia di Juan Pablo: staremo per un po' tutti insieme». Frequenta le mogli di altri giocatori della Lazio? «Ho un bel rapporto con Marta, la moglie di Cristian Ledesma, con la quale ho legato da subito. Non sapevo che fosse italiana e che parlasse lo spagnolo così bene, è stata una bella sorpresa. Ci frequentiamo, usciamo insieme, giovedì scorso sono venuti a mangiare da noi. Le altre mogli le conosco meno. Juan Pablo all'inizio ha legato di più con Cristian e Muslera per via della lingua in comune, poi con tutti gli altri». Parlate in casa di calcio e del suo lavoro? «Il lavoro resta fuori casa, io gli chiedo di raccontarmi, ma lui non parla molto ed io preferisco aspettare che sia lui ad aprirsi. Lo conosco e capisco subito quando è arrabbiato o stranito per qualcosa, allora non gli metto l'ansia e aspetto che gli passi, facevo così anche quando era al River Plate. Lui è fatto così, ha i suoi tempi. Tra di noi c'è un pieno rispetto dei ruoli. Lui è molto protettivo, io sono molto aperta, solare, amo essere sorpresa, sono romantica, adoro ricevere attenzioni, è una cosa alla quale tengo molto, lui lo fa a modo suo, con i suoi tempi. Juan Pablo è una persona imprevedibile e particolare, tranquilla, molto sicura di sé, forte di carattere, vive da solo da quando aveva 14 anni ed è abituato a cavarsela nella vita. Quando dice no è no, ma se ti promette una cosa ci puoi contare. Tra noi c'è grande fiducia, ho messo in gioco tante cose della mia vita per lui e se l'ho fatto è perché è una persona davvero speciale». Parliamo ora della vostra bambina, Delfina. «Volevamo fortemente un bambino, ci provavamo già da qualche tempo. Ero a Buenos Aires, ricordo ancora come fosse oggi che era un sabato quando ho scoperto di aspettare un bambino, la vigilia del clasico, il derby tra River Plate e Boca Juniors. Non mi sentivo bene, avevo un po' di nausea e ho deciso di fare il test che è risultato positivo. Ero al settimo cielo, ma visto che il giorno dopo si giocava il derby non sapevo cosa fare e soprattutto se dirglielo o aspettare. Alla fine non ho resistito, era troppa grande la gioia, mi sono fatta coraggio e l'ho chiamato. Lui era felicissimo come me!». Che tipo di papà è Juan Pablo? «All'inizio era tutto nuovo anche per lui, ora si sta abituando pian piano. Capita che qualche volta si alzi la notte se la bimba piange. È presente nei momenti giusti e so che posso contare su di lui. Di sicuro vorremo altri bambini, lo abbiamo già detto e dopo il Mondiale ci penseremo». Qui a Roma ci si prepara a vivere la settimana più lunga che porta al derby, la partita più sentita. Come lo vivrà Juan Pablo? «Sarà il suo primo derby e sa che è la partita più importante per i tifosi. Come dicevo prima, è molto sicuro di sé, dei suoi mezzi e penso che lo affronterà in modo tranquillo, ma concentrato com'è nel suo carattere, senza far trasparire tensione, pressione o altro. È forte o si fa forte, quindi anche se emozionato cercherà di non darlo a vedere, non lo dimostra neanche a me. È così con tutti e con tutte le cose che gli succedono, anche quando lo criticano o ne parlano male, lui va avanti per la sua strada e sembra non sentire nessuno. Io comunque sarò allo stadio, è la partita che mi piace di più e che seguivo anche quando ero in Argentina. So che qui se ne parla tanto, nei giornali, nelle radio e nelle tv anche se non capisco bene tutto quello che si dice per via della lingua e tiferò ovviamente Lazio».

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