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Quando Mourinho riesce a sorridere

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Magari nella vasca da bagno. E mi sarei preso del maschilista, naturalmente. Delio, invece, ha rigorosamente evitato di rispondere, forse facendo anche invisibili scongiuri, comunque esibendo un certo fastidio che ha amareggiato la conduttrice. Era il seguito di una domenica polemica aperta da Josè Mourinho. Lo Specialone non ha gradito i fischi di San Siro né le domande su Mancini, ha sbattuto il microfono e se n'è andato. Chiedendo di evitare il gossip e di parlar di calcio. Affermazione ambigua: cosa vuol dire, da queste parti, parlare di calcio? L'ho chiesto, ieri mattina, anche a Pierluigi Collina, e la sua risposta è stata vaga. Insomma: il semplice «parlar di calcio», in Italia, vuol dire discutere sul sesso degli angeli; preferibile, invece, discutere di errori arbitrali, moviole, atteggiamenti e... Mancini. Son giornalista, a volte non capisco ma mi adeguo all'idea che il chiacchiericcio da bar serva a far cassetta, in tivù, in radio, sui giornali. E tuttavia mi piace trascorrere la domenica pomeriggio in uno studio televisivo particolare, vorrei dire speciale, dove si può davvero dibattere sui fatti del campionato spesso in chiave puramente tecnica: «La Giostra dei Gol» di Rai International - cui partecipo ormai da anni ha decine di milioni di telespettatori, anche stranieri, cui i dibattiti su Mancini e Rosetti interessano fino a un certo punto. Così, quando è arrivato ai nostri microfoni Josè Mourinho ancora teso per le polemiche precedenti, Giancarlo De Sisti, Vincenzo D'Amico, Carolina Morace et moi l'abbiamo invitato davvero a parlare di calcio, strappandogli un insolito encomio per il calcio italiano che, a suo dire, è più... audace di quello inglese, dotato com'è di numerosissimi e abili attaccanti che negano la fama di «catenacciari» che ci perseguita. Peccato non aver potuto mostrare anche agli appassionati italiani un Mourinho insolito, per niente arrogante, nè corrucciato. Addirittura divertito, sorridente. È successo quando il conduttore della «Giostra», Carlo Brienza, gli ha fatto presente che il suo temperamento, a volte così spigoloso e ironico, gli ricordava un altro famoso portoghese, lo scrittore ottocentesco Manuel Maria Barbosa du Bocage. Don Josè si è illuminato: «Lo conosce davvero? Ma lo sa che è il personaggio più grande della storia della mia città, Setubal? Fantastico, fantastico...». E non si è neppure rabbuiato quando gli è stato detto «è il più grande dopo Josè Mourinho...», anzi, ne ha riso.

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