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Fenomeno Zarate

Lazio

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Decide Zarate, l'argentino venuto dall'Arabia che sforna un'altro gol da cineteca. La ripresa è iniziata da dodici minuti e l'arbitro Brighi fischia una punizione dal limite per fallo di Portanova su Rocchi. Zarate sfila il pallone a Ledesma e Kolarov mentre l'Olimpico trattiene il respiro. Il tiro è telecomandato, un tocco velutato di destro con il pallone che aggira la barriera e finisce la sua corsa all'incrocio dei pali. Un gol fenomenale che sblocca una gara difficile fino a quel punto. Ma Zarate non è solo questo. Perché nel finale con la Lazio in difficoltà sul ritorno orgoglioso degli avversari, si inventa un altro strappo decisivo: ridicolizza Del Grosso dopo aver messo in serio dubbio la sua autostima all'ennesimo dribbling subìto e serve a Rocchi la palla del raddoppio facile facile. E in pieno recupero dà il via alla terza rete, ancora del capitano su assist di Lichtsteiner ma l'azione parte dalla sua solita accelerazione. Lazio in salute che chiude in carrozza una partita cominciata malissimo. Il primo quarto d'ora è da libro degli orrori con i difensori presi d'infilata, il centrocampo molle, l'attacco spuntato. Già perché Rossi stavolta sbaglia e presenta davanti Zarate di punta con Foggia e Mauri alle sue spalle. Ma senza un attaccante di ruolo il pallone non è mai arrivato all'argentino per tutto il primo tempo. Maccarone di testa sciupa un agevole tap-in, Ghezzal impegna Carrizo in una respinta spettacolare. La Lazio non c'è, non trova la misura per mettere paura al Siena che ha il torto di non crederci fino in fondo dimostrandosi incapace di sfruttare i limiti dei padroni di casa. Al 35' la curva Nord chiama il cambio invitando Rossi a inserire Rocchi o Inzaghi al posto di uno spaesato Meghni. Nell'intervallo finalmente la sostituzione vincente con il capitano a dare fastidio ai due centrali di Giampaolo che fino a quel momento avevano trascorso una domenica tranquilla. E la gara gira, la Lazio va all'assalto della porta di Curci riproponendo a sprazzi quel bel gioco che l'ha condotta nelle zone alte della classifica. Prima Rozehnal sciupa in mischia dopo un tocco sospetto di braccio di Galloppa in area di rigore, poi la punizione sbloccatutto. La Lazio però non è in un pomeriggio straordinario, serve un altro numero di Zarate a chiudere il conto con l'aiuto di Rocchi dopo qualche sofferenza in difesa. Poi l'apoteosi, i cori dell'Olimpico impazzito di gioia che aprono ufficialmente la settimana del derby. La banda di Rossi ci arriva bene contro i cugini in crisi di gioco e d'identità ma sarebbe un errore considerare semplice battere la Roma dopo questo disastroso avvio di stagione. I valori non contano ma di certo nemmeno il tifoso laziale più ottimista poteva pensare di presentarsi al derby numero 131 di campionato con 14 punti di vantaggio. Prima che le squadre scendessero in campo, sui maxischermi erano comparse immagini di Gabriele Sandri, il tifoso laziale di cui ricorre domani l'anniversario dell'assassinio ad opera di un agente di polizia: a concludere la serie di foto, la scritta «Non ti dimenticheremo mai».

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