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Un punto che ha il sapore dell'amarezza

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Fiducia alla Roma europea, ma il Bologna non è il Chelsea gigione, la classifica impone atteggiamento cauto, pressione talvolta anche sui difensori, ma soprattutto sui playmakers romanisti. Fase di studio abbastanza prolungata, poi nella seconda metà del tempo iniziativa quasi esclusiva per la Roma, garantita dietro da due centrali imoeccabili, un po' meno da quel Cicinho che il mestiere di difendere è restio a mandarlo a mente. Gioco in spazi stretti, anche la Roma sa pressare, però quando deve trovare varchi si trova di fronte all'inevitabile disagio proposto dall'assenza di esterni di ruolo. Poche le occasioni, nessuna parata vera per Antonioli, una invece per Doni su incursione di Marchini a destra, Di Vaio si va a cercare Cicinho e qualche allarme lo provoca. Poi le tegole: fuori Mexes, fuori Doni per un calcio in testa involontario, non basta il lampo del capitano, vocazioni suicide per Pizarro che salterà il derby, ma soprattutto di Cicinho, per favore ridateci Cassetti. Nella sola altra classica del turno, all'alta classifica dà voce soltanto il Napoli che riceve al San Paolo, senza l'ex Maggio, una Samp rallegrata dalla buona sorte ritrovata di fronte al Torino. C'è l'insidia del Lecce sulla strada del tentativo di fuga del Milan, in fase di luna propizia, turno teoricamente uitile per Genoa, Lazio e Fiorentina, in casa ad attendere Reggina, Siena e Atalanta, ma logicamente campeggia sul tabellone l'annuncio della sfida di San Siro tra le due seconde, l'attesissima Inter degli sprechi assurdi e l'Udinese che capitalizza invece con sorprendente assiduità. Mourinho, che sa movimentare anche le vigilie, dovrà sperare in una maggiore attenzione dei suoi, ma anche in una possibile flessione atletica dei friulani reduci dalla vittoria di Mosca, l'Uefa reclama un prezzo.

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