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Ghiraldini «È giunta l'ora di batterli»

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«L'ultima volta della Nazionale nella mia città la ricordo bene - racconta Ghiraldini - era il 1996. Allora come oggi di fronte c'era l'Australia. Era l'addio di David Campese ai Wallabies, un campione che con la maglia nera del Petrarca ha dato spettacolo. Io avevo dodici anni e comprai il biglietto all'ultimo minuto, ricordo un'emozione enorme». Quel giorno allo stadio le presenze non arrivavano a 10.000, oggi saranno più di 30.000. «Sentiamo molto il rapporto che la squadra ha sviluppato con la gente». Ghiraldini non ha dimenticato nemmeno il suo primo allenamento di rugby. «Dopo aver provato nuoto e basket andai al campo portato da un amico e non smisi più, conquistato dalla bellezza del rugby». Trafila nelle giovanili del Petrarca fino alla prima squadra, poi Calvisano. Un inizio da terza linea ma l'esplosione l'ha avuta da tallonatore: «Questo è il ruolo che preferisco, lo sento davvero mio. Nel rugby moderno il tallonatore nel gioco aperto fa più o meno quello che fanno i flanker e questo mi piace molto». Come il lancio in touche: «Oggi la rimessa laterale è scienza. Passiamo ore di analisi al video, nulla è lasciato al caso. E poi ci sono le mischie chiuse. Nonostante i cambiamenti, è sempre in prima linea che si stabiliscono i rapporti di forze del match. Adesso è giunto il momento per una vittoria importante. Se succedesse nella mia città sarebbe ancora più bello». Ale. Fus.

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