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Milan, ecco la superstar Beckham

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Adesso quel sogno è diventato realtà, anche se con qualche anno di ritardo. C'è infatti ben altro oltre al desiderio di allenarsi con i giocatori rossoneri e la notizia la dà Adriano Galliani dalla Malpensa, dove il Milan si è imbarcato per l'Olanda dove stasera sarà impegnato in Coppa Uefa: Beckham non solo si allenerà a Milanello a partire dal gennaio 2009, ma verrà anche tesserato fino al termine del campionato. «Arriverà? Sì, credo proprio di sì. Resterà qui al Milan in prestito per qualche mese, ne stiamo parlando con il suo agente - ha affermato l'amministratore delegato - Lo tessereremo per qualche mese e poi ripartirà. Beckham ha scelto il Milan. La nostra squadra è ultracompetitiva e resterà così com'è, ma Beckham è qualcosa di diverso e di intrigante». E ai denigratori ha lanciato un messaggio: «Il Milan non fa la raccolta delle figurine, il Milan è invece molto orgoglioso della politica che sta facendo. Siamo l'unico club in controtendenza: la gente va allo stadio a vedere il Milan. Non è un caso se 65 mila persone vanno a vedere Milan-Sampdoria. Se i 65.000 vanno allo stadio vuol dire che il Milan è un prodotto che piace. Rispetto a questi 65 mila, Beckham ne porterà uno in più di tifoso piuttosto che uno in meno». Che David Beckham sia un buon giocatore è fuor di dubbio. Per lui parlano i numeri. È uno dei pochi calciatori inglesi ad aver giocato più di 100 gare con la maglia della propria nazionale di cui è stato capitano in 58 occasioni, dal 15 novembre al 2 luglio 2006. Pelé lo ha inserito nella FIFA 100, la classifica dei calciatori più forti di sempre, oltre ad essere arrivato secondo nella classifica del Pallone d'Oro 1999. Anche fuori dal campo ha collezionato «successi». Nel 2007 è arrivato quindicesimo nella lista delle 100 celebrità più influenti stilata dalla rivista statunitense Forbes, mentre il Time lo ha annoverato nel «Time 100 Heroes & Icons». Insomma un bel curriculum. E Carlo Ancelotti? «Per me sarà un piacere, Beckham è un atleta serio, un grande professionista. Se sarà disponibile per quattro mesi con noi ne saremo molto contenti. Se diventerà disponibile per il Milan, lo sarà evidentemente sia in Italia che in Europa». Ma dietro all'arrivo del centrocampista inglese, icona del marketing, non ci sono solo strategie pubblicitarie. Chiusa infatti la stagione calcistica negli Usa (i Los Angeles Galaxy non hanno centrato i playoff), lo «Spice boy» ha deciso di voler continuare a giocare perché non ha intenzione di perdere i Mondiali sudafricani del 2010. Fabio Capello su questo è stato chiaro: «O giochi o non ti convoco più». La chiamata del Milan, un mix di calcio e marketing, dovrebbe potrebbe dare una mano al fuoriclasse londinese.

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